San Pietro, la benedizione degli animali nel giorno di Sant'Antonio Abate

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Una vera e propria «Arca di Noè» è arrivata in Piazza San Pietro, dalle 9.30 di stamane, per celebrare il santo patrono protettore di uomini ed animali, Sant'Antonio Abate. La ricorrenza, ricordata nella Capitale, in tutta Italia e in Vaticano con la XIII «Giornata dell'Allevatore», prevede momenti tradizionali e liturgici con una funzione all'interno della Basilica di San Pietro officiata a metà mattina (ore 10.30) dal cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano. Dopo la benedizione a uomini e animali radunati in Piazza Pio XII, la mattinata si conclude con la sfilata a cavallo lungo Via della Conciliazione. L'Associazione italiana allevatori (Aia) e la Coldiretti hanno allestito in Piazza Pio XII, di fronte al Colonnato del Bernini, una «Stalla sotto il cielo» con bovini, equini, ovini e caprini, conigli ed avicoli e anche maialini, visto che il "porcello" è una delle figure nell'iconografia da sempre presenti nelle rappresentazioni votive di Sant'Antonio Abate, siano esse statue, immagini poste a protezione delle stalle e delle attrezzature, o nei "santini".

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L'evento, dedicato quest'anno in particolare al tema del valore della famiglia contadina e al rispetto per il Creato, termina con le note della Fanfara del Reggimento Lancieri di Montebello e le rappresentanze dei Reparti a Cavallo delle Forze Armate. Per Sant'Antonio Abate, quindi, sono arrivati in Piazza San Pietro mucche, asini, pecore, maiali, capre, cavalli, galline e conigli delle razze più rare e curiose salvate dal rischio di estinzione dagli allevatori italiani, giunti da tutta la Penisola. Per la tradizionale benedizione, insieme a cani e gatti, sono presenti gli animali della fattoria che popolano le campagne nazionali: dalla mucca Chianina a quella Marchigiana, dal maiale calvo alla capra grigia ciociara, dalla gallina Livornese Bianca alla maculata Ancona, dalla pecora Sopravvissana, dall'asino Ragusano al cavallo agricolo italiano. Per l'occasione viene divulgato lo studio "Fattoria 2020" con gli ultimi dati sulla situazione di tutto quel patrimonio vivente di animali che hanno fatto la storia dell'Italia dal punto di vista economico e sociale, caratterizzando sia i ricchi territori della pianura che le aree di montagna più marginali e svantaggiate.