Variante inglese, a Londra un residente ogni 35 si ammala di Covid in casa

foto

Ha toccato il record di quasi il 3% degli abitanti il totale delle persone infettate in casa dal Covid a Londra - asintomatici inclusi - stimato dall'Ons, omologo britannico dell'Istat, fra il 10 e il 16 gennaio: al picco dell'ondata di contagi alimentata con forza a partire da dicembre da una variante più aggressiva del coronavirus. I dati indicano per quella settimana una stima di contagiati nella capitale, consapevoli e non, giunta a un residente ogni 35 nelle abitazioni private: ossia la quota più alta raggiunta finora in Inghilterra, rispetto a un contagio ogni 50 abitanti calcolato nelle West Midlands o a uno ogni 55 nel sud-est. In singoli comuni, come il centro di Liverpool o i sobborghi della Grande Londra di Newham o di Croydon, i contagi casalinghi quantificati sono stati ancor più numerosi, un residente ogni 20. I dati dell'Ons (Office for National Statistics) confermano comunque un segnale di rallentamento della nuova ondata su base nazionale dalla scorsa settimana, con una stima media riferita all'intero Regno Unito scesa di poco in quei giorni a una persona infettata ogni 50 in Inghilterra e a una ogni 70 in Galles. In aumento, ma partendo da percentuali più basse, risultavano invece ancora Scozia e in Irlanda del Nord.