Seconda giornata di mobilitazione generale in Francia contro l'impopolare riforma delle pensioni, che vuole aumentare a 64 anni l'età per lasciare il lavoro, contro gli attuali 62. Mentre la legge è da ieri in Assemblée Nationale, con un dibattito dai toni molto accesi, il sindacato promette di portare in piazza più manifestanti del 19 gennaio, quando - secondo i calcoli - furono fra 1 e 2 milioni in circa 200 città. Anche oggi gli scioperi colpiscono pesantemente i trasporti pubblici, la scuola, la sanità e molto seguita si annuncia la partecipazione nelle raffinerie e nelle centrali elettriche. A Parigi sono attese centinaia di migliaia di manifestanti, questa volta non nel quadrante «storico» della protesta in città (République-Bastille) ma nel quartiere di Montparnasse, da place d'Italie a les Invalides. Il ministero dell'Interno ha annunciato lo schieramento di 11.000 fra gendarmi e poliziotti, un migliaio in più rispetto al 19 gennaio. L'atmosfera è tesa in aula - dove ieri è arrivata la riforma ed all'esame delle commissioni - e nelle piazze, dopo che la premier Elisabeth Borne ha annunciato nel fine settimana che l'età pensionabile a 64 «non è più negoziabile».
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