Ucciso da una freccia, il pm contesta aggravante odio razziale. Javier era diventato papà da un giorno

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Era un giorno felice e ha trovato la morte. Era uscito per festeggiare la nascita del figlio l'uomo che ieri, 2 novembre, è morto trafitto da una freccia nel centro storico di GenovaJavier Alfredo Miranda Romero, 41 anni, originario del Perù ma da 20 anni in Italia era uscito con un amico per vedere la Champions League mentre la compagna aveva partorito la notte del 31 ottobre il piccolo Gustavo Giuseppe.

Ma nel centro storico di Genova ha trovato l'ira insensata di Evaristo Scalco, operaio portuense di 63 anni, che, infastidito dal rumore, avrebbe in un primo momento inveito contro i due amici e poi imbracciato una balestra artigianale e centrato al petto con una freccia il 41enne. Javier è morto in ospedale, durante l'operazione per rimuovere la freccia che lo aveva trafitto. 

 

Genova, infastidito da una lite si affaccia scaglia una freccia con la balestra: uomo di 41 anni trafitto a morte

 

 

L'aggravante dell'odio razziale

La procura di Genova contesta l'omicidio volontario con l'aggravante dell'odio razziale e i futili motivi al killer. La pm Arianna Ciavattini la contesta perché Scalco prima di scoccare il dardo ha urlato a Romero Miranda e il suo amico «andate via immigrati di m...».

La convalida dell'arresto è prevista per domani mattina. Nelle prossime ore verrà anche disposta l'autopsia eseguita dal medico legale Sara Lo Pinto. Secondo quanto ricostruito, la vittima era andata a guardare una partita con un amico e a festeggiare la nascita del secondo figlio. Avrebbero iniziato a parlare ad alta voce e Scalco, dalla sua abitazione, li avrebbe rimproverati per farli smettere. I due lo avrebbero insultato e minacciato e lui avrebbe a quel punto preso arco e freccia e scoccato il colpo. L'artigiano è anche sceso in strada e ha cercato di togliere la freccia dal corpo del ferito.

 

L'omicidio con la balestra 

Evaristo Scalco è stato arrestato dai Carabinieri con l'accusa di omicidio. Secondo una prima ricostruzione dei fatti in corso di verifica, il 63enne avrebbe avuto uno scatto d'ira perché "infastidito dal rumore" e avrebbe iniziato a inveire contro Javier e il suo amico che erano in strada bevendo una birra. Dopo alcune grida (avvertite anche dai vicini) Scalco è passato ai fatti: ha imbracciato una balestra artigianale - lui stesso ha detto ai carabinieri di essere appassionato di bricolage e di averla costruita da solo - e ha centrato con una freccia il petto di Javier. Secondo i testimoni, l'uomo sarebbe poi sceso in strada cercando di rimuovere la freccia dal petto della vittima, agonizzante a terra, e causando probabilmente anche danni maggiori. Javier è morto all'ospedale San Martino durante l'operazione. Sono in corso le indagini del pubblico ministero di turno Arianna Ciavattini che sentirà vicini di casa e testimoni per ricostruire l'esatta dinamica della morte di Javier. 

 

 

 

Scalco: «Ho perso la testa, non volevo uccidere» 

Scalco non ha precedenti penali, nel quartiere si era trasferito da circa un mese e i residenti affermano che era una persona tranquilla, anche se sapevano della sua strana "passione per le frecce". Tanto che i carabinieri nel corso della perquisizione hanno trovato e sequestrato tre archi e una sessantina di frecce. «Volevo solo dormire, ho perso la testa quando li ho visti urinare contro il muro» ha raccontato agli inquirenti secondo quanto riporta il Secolo XIX «Ho detto che erano degli incivili e per risposta mi hanno lanciato contro uno o due petardi. Non ho capito cosa fossero, ma ho avuto paura. Ecco perché ho scoccato la freccia, ma non volevo uccidere». Una versione che però non coincide con quella di altri testimoni. Intanto l'arresto di Scalco è stato convalidato e dovrà essere sottoposto a un successivo interrogatorio.  

 

 


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