Silvia non ce l'ha fatta: morta la ragazza affetta da una malattia rarissima

foto

Una storia di enorme sofferenza, e di grande coraggio. Un esempio, quello di Silvia Casanova, una giovane donna di 27 anni di Tarquinia, che ha lottato fino all'ultimo respiro, contro una malattia rara, che ha un nome che non fa paura, Cipo, ma uccide.

Non ha lieto fine, purtroppo, la storia di Silvia, morta nella notte tra sabato e domenica all'ospedale di Viterbo, a causa di complicazioni collegati alla Cipo, la pseudo ostruzione intestinale cronica, che da anni la costringeva a letto, alimentata da un sondino.

Neonato soffocato in ospedale, la mamma: «Ho chiesto aiuto all'infermiera, mi ha detto "no"»

 

L'amore di una comunità

Bellissima e forte, Silvia, che su Facebook veniva chiamata «grande guerriera» dai molti amici che le hanno manifestato affetto e vicinanza, a lei come a suo marito Andrea Tufarini, sposato in ospedale, al suo fianco per tutti gli anni della malattia, che ora continua a lottare per diffondere conoscenza su una patologia mortale, poco conosciuta.

Calci e pugni nella pancia alla moglie incinta di 8 mesi. «La picchio quando voglio»

Malata da giovanissima

Silvia, nella cittadina di Tarquinia, nell'alto Lazio, era molto conosciuta e suoi social era lei stessa a raccontare quanto fosse terribile quella malattia che l'ha colpita quando era una ragazza in fiore, appena 19 anni. La Cipo, che in Italia è stata diagnosticata a 150 persone, è una grave patologia degenerativa che colpisce l’apparato digerente danneggiando i muscoli e i nervi del canale alimentare. La ragazza, per alimentare il suo coraggio, aveva scritto anche una lettera a papa Francesco a cui aveva chiesto vicinanza, ed a cui Bergoglio aveva risposto.

Il marito sempre con lei

«Ha combattuto fino alla fine, ma il fisico non ha retto – le parole del marito Andrea Tufarini che le è stato vicino notte e giorno per tanti anni – Silvia era una donna speciale e aveva il dono di rimanere simpatica a chiunque la conoscesse». Il marito di Silvia, dopo tante battaglie, era riuscito ad ottenere solo 6 ore al giorno di assistenza giornaliera, comunque insufficienti per una malattia che richiede un sostegno h24. «Io dal 2017 l’ho assistita continuamente. Io ho dato tutto e lei ha dato tutto a me. Ci siamo sposati il 16 settembre del 2019, ma stiamo assieme da 13 anni», scrive Tufarini che sta finalizzando un libro per raccontare i patimenti di questa terribile malattia.

 


ALTRE FOTOGALLERY DELLA CATEGORIA

RIMANI CONNESSO CON LEGGO