Ruby Ter, Karima a sorpresa si presenta in tribunale a Milano

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Ruby Ter, nel processo milanese spunta a sorpresa Karima El Mahroug, la ragazza - tra i 28 imputati per falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari - che oltre dieci anni fa finì nell'occhio del ciclone, togliendo il velo sulle "cene eleganti" che Silvio Berlusconi organizzava nelle sue residenze, in particolare quella di Arcore. Oggi a sorpresa Karima ha deciso di recarsi in tribunale per assistere all'intervento dei suoi avvocati difensori, Jacopo Pensa e Paola Boccardi.

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Karima in aula, la Procura ha chiesto 5 anni

Per Ruby/Karima la Procura ha chiesto una condanna a cinque anni di carcere: la ragazza non ha rilasciato dichiarazioni quando è entrata in aula e non ha intenzione di rilasciare dichiarazioni spontanee. «Sono passati 12 anni da quando sui giornali compariva il nome di Ruby, ma oggi è una donna che tra un mese compirà 30 anni, una donna profondamente diversa da quella ragazzina che scappava da 16 comunità, che viveva da sola. Porta un marchio, peggio di una lettera scarlatta, quella di prostituta minorile che confligge con quello che le intercettazioni dimostrano», sono le prime parole pronunciate dalla difesa.

 

«Se c'è una cosa che non cambia mai nelle dichiarazioni di Karima è 'non aver avuto, non aver compiuto atti sessuali con Berlusconi'. Le testimoni parlano tutte in maniera omologata, lei usa il suo linguaggio: non ha parlato di cene eleganti o burlesque, ha descritto serate sicuramente non puritane, ha descritto spogliarelli, dice che non hai mai visto o subito atti sessuali. Non ha mai partecipato a nessuna delle serate in cui ha partecipato le altre ragazze buone». 

«5 milioni da Berlusconi? Nessun reato»

Anche «se fosse vero» che Karima El Mahroug ha ricevuto 5 milioni di euro da Berlusconi o «4,5 milioni», come scriveva in un appunto sequestrato, «lei avrebbe ricevuto quei soldi quando non era nemmeno pubblico ufficiale», ossia testimone, e dunque non ci sarebbe comunque la corruzione in atti giudiziari contestata, è uno dei passaggi dell'arringa difensiva dell'avvocato Paola Boccardi. Nel «processo Ruby 1», quello a carico di Silvio Berlusconi, poi assolto, «Karima non è stata mai sentita, quindi non ha mai svolto un ruolo di pubblico ufficiale».

 

La giovane «anzi - ha ribadito il legale - andava indagata sin da subito, se l'accusa riteneva che avesse mentito sulla prostituzione minorile e non le credeva». E dunque doveva essere ascoltata come testimone assistita da un avvocato. Il difensore ha anche spiegato che nel caso Ruby Imane Fadil, la teste chiave dell'accusa (morta nel 2019), «è stata ritenuta credibile e messa tra i 'buonì, mentre Karima, che ha partecipato a un numero minore di serate di altre ragazze, è stata messa tra le 'cattivè». L'avvocato ha anche chiarito che dalle rogatorie disposte dai pm «non sono stati mai evidenziati beni a nome di Karima», che «non ha mai avuto i bonifici mensili come le altre ragazze».


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