Sette storie per sette ricette. Mariagiulia Davide ai fornelli per preparare il Pan di vita, il pane di tutti: buono, etico e sano

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di Micol Ferrara - Quella di Mariagiulia è una storia di emigrazione al “contrario”: dopo la laurea in Economia conseguita presso l’Università Bocconi, lascia Milano alla volta di Lecce. Decisa a mettere a disposizione le proprie competenze e ad impegnarsi in progetti a sfondo sociale. L’incontro con Luciana Delle Donne CEO del Social Brand Made in Carcere le ha aperto la possibilità di conoscere più da vicino la realtà della detenzione.

Ha seguito diversi progetti nell’anno di permanenza in Salento, ma quello che più l’ha segnata è stato il Pan di vita. L’Inside-out shared food che si fonda innanzitutto su valori educativi, l’importanza delle scelte alimentari e il perseguimento di un Benessere comune.

 

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Da dove nasce

Il Pan di vita nasce da una fusion di tradizioni gastronomiche che unisce il Panterrone al Pan tramvai. Il primo è un panettone di terra tipico della tradizione del sud Italia, mentre l’altro, il Pan tramvai di trazione brianzola – ci porta al nord – e ci ricorda il gusto che deve avere la dimensione della lentezza. Era, infatti, lo spuntino semplice ma “caloroso” che accompagnava il lungo viaggio tra Milano e Monza.

Proprio come questi dolci della tradizione, il Pan di Vita nasce dall’impegno di recuperare una cultura del pane, di gusto e di alti valori nutrizionali ma, anche e soprattutto, di storia e di unione oltre ogni divisione culturale, geografica o semplicemente – ma sempre più diffusamente – legata a pregiudizi.

Mesi di studio e di prove in stretta collaborazione con l’Istituto penitenziario minorile di Bari hanno portato alla nascita di questo pane. Quattro ingredienti biologici certificati: olio extravergine di oliva, zucchero di canna e farine del Senatore Cappelli, vino primitivo di Manduria DOP, fusi con i migliori ingredienti della terra, la frutta secca: nocciole, mandorle, fichi, uva passa, buccia d’arancia. A ricordarci della bellezza e della generosità della natura. Una caccia al tesoro di sapori, colori e profumi ma anche, e soprattutto, un pane da spezzare per condividerlo con gli altri. Sempre con una grande attenzione alla scelta della materia prima, alla cura del cibo e del prossimo.

Ad oggi questo prodotto non è ancora in commercio ma Mariagiulia ci svela la ricetta e ci insegna a prepararlo in casa. Soprattutto ci permette di conoscere – attraverso la sua esperienza – più da vicino la realtà di un Istituto Penitenziario Minorile, nel caso specifico, quello di Bari “N. Fornelli”.

 

- Come ti sei avvicinata al mondo della detenzione? Mi sono avvicinata al mondo della detenzione grazie all'incontro con Luciana Delle Donne - in quel momento io stavo intraprendendo un percorso imprenditoriale nel settore gastronomico ed insieme al mio socio, che già conosceva Luciana, abbiamo pensato di proporre a lei un progetto da realizzare a sei mani, dei biscotti gli Occhiolini. Luciana ci ha accolti con entusiasmo e ci ha aperto le porte del mondo della seconda opportunità. 

 

- Hai sempre nutrito un grande amore per la cucina quindi cucinare in carcere per te è stato anche un modo di condividere, come hanno reagito i ragazzi quando hai proposto loro di preparare il pan di vita? Il Pan di Vita è stato accolto con curiosità, è stato il punto di partenza per esplorare le tradizioni familiari e le culture altrui attraverso, appunto, la ricetta del pane - un alimento tanto semplice e tanto rappresentativo di casa e di famiglia. Ci ha permesso di creare un momento di confronto e di connessione - la cucina in questo è davvero magica.

 

- Ci sono degli aneddoti che puoi condividere? Dopo aver realizzato diverse versioni della ricetta del Pan di Vita, abbiamo proposto ai ragazzi di portare ciascuno la ricetta di pane rappresentativa delle proprie origini e tradizioni familiari - io ho potuto vivere l'esperienza dell'assaggio solo attraverso gli occhi e le parole di una carissima collega ed amica Lidia Longo, che ha visto gioia nel volto dei ragazzi - il profumo ed il sapore di quel pane, li avevano riportati alla propria famiglia. 

 

- Qual è la ricetta di questo pane e come è nata? Le connessioni dentro e fuori il carcere, il ruolo di Luciana Delle Donne? Questa ricetta è nata proprio da Luciana Delle Donne che, insieme ai ragazzi, ha creato una commistione tra diverse tradizioni. Una ricetta davvero speciale, ricca di ingredienti gustosi come il miele e la frutta secca. Con Luciana abbiamo poi sperimentato diverse versioni di questo pane, fino ad arrivare a quella perfetta. Ricordo quelle serate a preparare i diversi pani come una commistione di apprendimento e divertimento - con Luciana ho davvero imparato che non bisogna mai accontentarsi - bisogna sempre migliorarsi e vivere la vita a pieno, con gioia e con amore.

 

- Oggi che ricordo hai di quei momenti così densi vissuti in carcere? Conservo un ricordo unico di ogni momento vissuto in carcere, dai corsi tenuti con i ragazzi per il progetto BIL - Benessere Interno Lordo, alla preparazione del Pan di Vita, agli Occhiolini. L'intera esperienza con Made in Carcere mi ha regalato attimi di condivisione indimenticabili - ho davvero appreso il concetto di seconda opportunità ed ho imparato che l'impegno, ma soprattutto l'amore, possono farti raggiungere ogni obiettivo, anche quelli che si pensano impossibili.

 

- Come questa esperienza ha cambiato, se ha cambiato, il tuo rapporto con il cibo? Questa esperienza ha sicuramente rafforzato il mio rapporto con il cibo. Venendo da una famiglia con una forte tradizione gastronomica, ho sempre considerato la tavola come un luogo di condivisione, di sperimentazione e di divertimento. La cucina per me è sempre stata uno strumento per rendere felici gli altri, per dar loro attenzione e cura. Coniugare la cucina all'esperienza vissuta con Made in Carcere ha senz'altro amplificato questo concetto, dando, inoltre, un significato diverso alla scelta di una materia prima di qualità come trasmissione dell'importanza di scelte alimentari sane.

 

- È un'esperienza che ripeteresti? O la consiglieresti ai tuoi coetanei? Sicuramente è un'esperienza che ripeterei e la consiglierei davvero a chiunque, che si tratti di coetanei, di ragazzi più giovani o di persone più adulte. Non credo che ci siano molte esperienze che possano lasciare un segno altrettanto profondo come questa.

 

 

La ricetta

Ingredienti: per circa 1/2 kg di Pan di vita: per il polish (100g farina 00, 100g acqua, 1,5g lievito birra, 1 cucchiaino miele); per l’impasto (90g farina 00, 50g semola rimacinata, 10g maizena, 43g vino rosso, 70g zucchero, 10g olio EVO, 7g lievito di birra, 5g sale, 60g uvetta, 60g fichi secchi, 15g mandorle, 15g noci, 15g nocciole).

Procedimento: Realizzare il polish sciogliendo il lievito di birra in acqua tiepida, unire il miele ed infine la farina. Lasciar lievitare il polish per 3h. Dopo la lievitazione, sciogliere il lievito di birra nel vino rosso ed unire la farina, la semola, la maizena ed il polish. Unire poi lo zucchero, il sale ed infine l’olio EVO. Mettere a bagno l’uvetta ed i fichi secchi tagliati in 6 con acqua tiepida e un bicchiere di rum. Tostare e frantumare la frutta secca (mandorle, noci e nocciole). A questo punto unire all’impasto uvetta e fichi precedentemente scolati e infarinati e la frutta secca. Cuocere a 160° per 35min.

 

 

 


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