Draghi da Mattarella, colloquio al Quirinale. «Riflette»

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Potrebbe essere il giorno della verità per il Governo di Mario Draghi, dopo lo strappo del Movimento 5 Stelle riguardo il voto di fiducia sul Dl Aiuti. In attesa del Consiglio dei ministri, prima previsto per le 15.30 e poi cancellato, c'era attesa per il voto di fiducia al Senato sul decreto Aiuti: dopo che il M5S ha affermato che non parteciperà alla votazione, il premier Mario Draghi è salito al Quirinale ma non si è dimesso. «Riflette», fanno sapere fonti vicine al presidente del Consiglio. Alle 18.15 è in programma il Consiglio dei ministri.

 

Governo, Conte apre la crisi: il M5S non voterà la fiducia. Lega e Fdi: elezioni. Ma il Pd: «Verifica»

 

Intanto il decreto Aiuti è trasformato in legge dal Senato, ma la fiducia al governo passa senza il voto dei Cinque Stelle. Tutti i senatori del Movimento hanno disertato l'Aula durante lo scrutinio. Alla fine, i sì sono stati 172, 11 più della maggioranza assoluta. Ma lo strappo con l'esecutivo si è consumato e, un minuto dopo, il presidente del Consiglio Draghi è salito al Quirinale per dimettersi. 

 

M5S: «Disponibili a dare la fiducia a Draghi»

 

«La linea è quella che seguiamo dal non voto in cdm, e poi alla Camera o oggi al Senato, dove abbiamo scelto il non voto nel merito di un provvedimento. Invece c'è tutta la nostra disponibilità a dare la fiducia al governo» in una eventuale verifica «a meno che Draghi non dica che vuole smantellare il reddito cittadinanza o demolire pezzo per pezzo ogni nostra singola misura, dal decreto dignità al cashback». Lo dice la capogruppo del M5S Maria Domenica Castellone nella diretta de La7 con Enrico Mentana.

 

«Noi abbiamo sempre avuto un atteggiamento costruttivo ma non permettiamo che si smantellino nostre misure», aggiunge. «Bisogna definire con chiarezza la linea politica che il governo vuole seguire in questi ultimi mesi di legislatura e per questo ci aspettiamo risposte sulla lettera che Conte ha consegnato a Draghi», dice ancora a La7 la Castellone, il cui intervento in Aula al Senato era stato molto duro. «La responsabilità di una forza politica è non restare per le poltrone ma dire al governo o si cambia adesso o è tardi. Siamo al governo e dobbiamo incidere», conclude. 

 

LA DIRETTA DAL SENATO

 

 

I prossimi passaggi della crisi sono ora nelle mani del presidente della Repubblica Mattarella. Si apre una crisi d'estate di cui è difficile prevedere la conclusione. Molto negativa, intanto, la reazione dei mercati e dell'Europa. Piazza Affari, la peggiore d'Europa, cede il 3,7% mentre il premier sale al Colle. Lo spread con il Bund sale a 215 punti, il rendimento del Btp decennale al 3,35%.

 

L'Europa guarda alla situazione con preoccupazione e stupore. Il capogruppo del Ppe Weber attacca i Cinque Stelle: «Di fronte alla recessione economica e alle continue sfide della guerra russa in Ucraina, l'Europa ha bisogno di un governo stabile a Roma. Disertando il governo Draghi, gli estremisti 5 Stelle non solo peggiorano le prospettive economiche dell'Italia ma anche dell'Europa. Un atteggiamento irresponsabile e incomprensibile». Richiami alla responsabilità che il M5s rinvia al mittente. «Oggi difendiamo la nostra dignità - ha detto in dichiarazione di voto la capogruppo Castellone - Dire che si indebolisce l'azione del governo quando si sta cercando di indicare con chiarezza la linea politica, è falso. Bisogna rispondere al malessere sociale che sta montando. Gli irresponsabili non siamo noi, irresponsabile è chi non dà risposte al Paese».

 

 

 

Di fronte allo strappo dei Cinque Stelle, il centrodestra cerca di ricompattarsi per puntare alle elezioni il più presto possibile. In questo senso l'azione della Lega e la spinta di Fratelli d'Italia, mentre Forza Italia garantisce: «Noi non abbiamo paura delle elezioni». Il centrosinistra tenta invece le ultime carte per rendere possibile un governo Draghi bis, che avrebbe la maggioranza anche al Senato come dimostra il voto sul decreto Aiuti e potrebbe forse contare sull'adesione di un nuovo fronte di responsabili per allontanare la data delle elezioni. Lo hanno fatto la capogruppo del Pd al Senato Malpezzi e il leader di Italia Viva Renzi, che ha chiesto al presidente del Consiglio di andare avanti. Tanto più che il governo sta affrontando l'emergenza dovuta agli effetti della guerra in Ucraina.

 

Sono pronti 10 miliardi per il decreto Aiuti di luglio, che dovrebbe prevedere misure per azzerare l'Iva sul carrello della spesa, avviare il taglio del cuneo fiscale, sostenere famiglie e imprese contro il caro bollette. In attesa della manovra che dovrà prevedere la Legge di Bilancio 2023. Il rischio invece è che restino ferme in Parlamento le riforme previste dal Pnrr. Bloccate anche la proposte di legge sui diritti avanzate dal centrosinistra, dallo ius scholae alla legalizzazione della cannabis per uso domestico.

 


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