Chiara Carta, bara bianca ricoperta di rose per i funerali della ragazza uccisa dalla madre: «È calato il buio»

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Una grande folla si è ritrovata giovedì a Silì,nella Chiesa di San Pietro apostolo, per l'ultimo saluto a Chiara Carta, la tredicenne uccisa sabato scorso dalla mamma nella casa di famiglia. Ad attendere il feretro, nella chiesa della frazione di Oristano, tra la folla commossa, il padre Piero, i familiari, i compagni di classe, il sindaco di Oristano Massimiliano Sanna e la Giunta comunale, i consiglieri comunali, il prefetto Fabrizio Stelo e tante altre autorità. Tanti gli agenti della Polizia locale, compagni di lavoro di Pietro, il padre di Chiara, che sabato scorso ha trovato il corpo della figlia senza vita. La piccola bara bianca ha fatto il suo ingresso in chiesa, ricoperta dalle rose.

 

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La comunità di Oristano sconvolta

 

La cerimonia funebre è stata celebrata dall'arcivescovo Roberto Carboni: «Non è facile prendere la parola nel contesto di questa celebrazione, segnata dal dolore e carica di domande, che racchiude la tragedia che ha toccato non solo due famiglie, ma tutta la comunità di Silì e di Oristano - ha detto l'arcivescovo nell'omelia -. Questa tragedia ha sconvolto tanti che hanno avuto modo di avvicinarsi a Chiara, che le sono stati compagni di scuola, amici, compagni nel cammino di fede oppure solo conoscenti e vicini di casa». «Siamo presenti per testimoniare un dolore condiviso, per stringerci al padre di Chiara e ai suoi familiari, per manifestare le nostre condoglianze a tutti coloro che hanno voluto bene a Chiara e per essere solidali con questa comunità che oggi affronta piena di sgomento questa tragedia - ha proseguito monsignor Carboni -. Ci sono fatti nei quali la ricerca di un senso resta insoddisfatta e si infrange nell'unica domanda a noi possibile oggi: perché? Perché Chiara? Perché questa morte atroce? Non vogliamo entrate nella coscienza delle persone e nella situazione di una famiglia che ha diritto al silenzio e alla discrezione. Ogni giudizio rischierebbe di tralasciare qualcosa di quello che può accadere in quell'abisso che è il cuore umano, che quando vive la solitudine e i drammi che non trovano nessun ascolto e sostegno, diventa come la forza devastatrice di un torrente in piena. Facciamo silenzio e rispettiamo il dolore. Guardiamo con grande senso di responsabilità a quello che può accadere a chiunque, in circostanze estreme. Ci permettiamo solo di aggiungere al silenzio un invito: usare misericordia. Misericordia per Chiara, così giovane, fragile e piena di sogni e ideali come sanno esserlo tutti gli adolescenti. Misericordia per suo papà Piero che deve affrontare l'enorme peso di un dolore grande e che ha bisogno adesso di amicizia e vicinanza. Ma permettetemi di dire anche misericordia per una madre che ha distrutto, forse per tanta confusione del cuore e della mente, la vita che aveva dato alla sua creatura».

 

 

La lettera degli insegnanti

 

Nel corso della messa Arianna Garau, insegnante di Chiara, ha letto una lettera a nome di tutti gli insegnanti dell'Istituto comprensivo 1 di piazza Manno: «Chiara, siamo pervasi da un senso di turbamento atroce che ci toglie il sonno e il respiro, ci accompagnano un dolore e una tristezza indescrivibili, ben diversi da quelli che avevamo provato fino ad ora. In un attimo siamo passati dalla spensieratezza al pianto, è calato il buio sulle nostre vite da quando non ci sei più - ha detto commossa -. C'era un'atmosfera sacra ieri notte in Piazza Manno, nel luogo dove aspettavate il suono della campanella, stando gli uni di fronte agli altri a ridere e parlare tra di voi mano nella mano. Abbiamo acceso delle candele e siamo stati circondati dall'amore e dalla tua luce, le lacrime scorrevano inarrestabili sul volto dei tuoi inseparabili amici, di tutti i tuoi compagni e insegnanti, non la smettevamo più di piangere. I tuoi occhi emanavano sempre una grande dolcezza, la tua bellezza fioriva mentre ti apprestavi a diventare una donna. Ma non eri solo bella, Chiara. Avevi una gentilezza naturale e innata verso gli altri, proprio come il tuo adorato papà; ti preoccupavi sempre dei tuoi compagni, sopportando in silenzio, e tenendoti dentro il tuo profondo dolore silenzioso. Come quella volta che mi avevi chiesto di aiutare un compagno che viveva una situazione davvero difficile, tu eri così, animata da un eroismo spontaneo quanto inconsapevole. Non ti vedremo crescere, Chiara, ma crescerai in modo diverso nell'affetto che avremo sempre per te. Continuerai a vivere e a splendere per sempre nei nostri sguardi e nei nostri ricordi che parleranno inevitabilmente di te. Buon viaggio, Chiara. Veglia sul tuo papà, non lasciarlo mai solo, aiutaci a sopportare la tua mancanza. Non ti dimenticheremo mai. Non dimenticheremo mai l'amore e la dolcezza che ci hai dato».

 


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