Cagliari, Martin muore a 31 anni: colpito in testa da un autobus mentre raccoglieva gli occhiali

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Ha lottato per 24 ore nel reparto di Rianimazione tra la vita e la morte, ma non ce l'ha fatta. Remesha Martin Elvis King, 31 anni, è deceduto all'ospedale Brotzu di Cagliari, per una terribile fatalità. Mentre si dirigeva di corsa alla fermata dell'autobus sperando di non perderlo, si è chinato per raccogliere gli occhiali di un'amica caduti sull'asfalto e perdendo l'equilibrio è stato urtato alla testa dal bus. Un carabiniere l'ha soccorso praticando il massaggio cardiaco, prima dell'arrivo dei medici del 118, che hanno dovuto soccorrere anche gli amici di Martin, rimasti sotto choc. Trasportato in ospedale in codice rosso, è morto poche ore dopo. Nel suo ultimo post su Instagram scriveva: «La gioia di vivere nel mese di giugno».

 

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Chi era Remesha Martin Elvis King

 

Martin era nato in Burundi, ma viveva in Sardegna da quando era piccolo. Adesso la comunità di Cagliari piange il suo animo gentile. Lavorava come cameriere, regalando un sorriso o una battuta a chiunque si trovasse davanti. Nel tempo libero scriveva poesie, o si dedicava al prossimo. Era un collaboratore della Caritas diocesana. «Un ragazzo generoso e un collaboratore prezioso», racconta il parroco di Sant’Eulalia don Marco Lai, che martedì 9 agosto celebrerà il funerale. Su "Go fund me" è stata avviata una raccolta fondi per aiutare la famiglia (che ha deciso di donare gli organi di Martin) con le spese per la celebrazione, che ha raccolto oltre 13mila euro. «Grazie per tutto quello che state facendo per Martin», ha scritto Sara, la fidanzata. 

 

 

Le poesie

 

Martin amava l'Italia, nonostante un'infanzia non facile e i tanti casi di razzismo che ha dovuto sopportare. Criticava i bigotti con i versi delle sue poesie. «Io uomo-nero; Io rifugiato, straniero e immigrato; Io disoccupato e che devo essere assistito dopo gli ita(g)liani; Io che guardo qui, dentro lo specchio e noto che: Io negro; Io reietto e diffidato; Io vergogna per la reputazione di vostra figlia; Io, io», scriveva in alcuni versi, che adesso i suoi amici condividono sui social per ricordarlo. 


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