Tesoro in contanti nel giardino di una coppia bresciana: trovati altri 8 milioni

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Gli ultimi 3 milioni di euro in contanti sono stati recuperati nella cantina di un'abitazione. Sale così a 15 milioni di euro il valore del tesoro nascosto al Fisco e riconducibile alla coppia bresciana in carcere con l'accusa di essere a capo di un'associazione a delinquere in grado di emettere fatture false per oltre 500 milioni di euro ed evadere il fisco per 93 milioni di euro. Dei 15 milioni di euro in contanti trovati, più di otto erano stati sepolti nel giardino di casa della coppia bresciana, arrestata nei giorni scorsi dopo alcuni giorni di latitanza.

Tesoro in giardino, la vicenda

La Guardia di Finanza ne aveva trovati otto nascosti in secchi, dentro a pozzetti, sotto metri di terra del giardino di proprietà di Giuliano Rossini, 47 anni, e della moglie Silvia Fornari, 40, coppia nella vita e nel malaffare. Dopo pochi giorni di latitanza all'estero - in seguito all'ordinanza di custodia cautelare emessa una decina di giorni fa dal gip per loro e altre 20 persone sulle 77 indagate - hanno deciso di costituirsi presentandosi direttamente in carcere. Lei a Verziano, penitenziario femminile bresciano, e lui a Cremona.

 

Nei giorni scorsi hanno iniziato a confessare durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto. «Hanno ammesso le contestazioni della Procura, ma vista la complessità dell'indagine si sono riservati di parlare con il pubblico ministero non appena avrà intenzione di ascoltarli», ha confermato il loro difensore. Entrambi sono stati sentiti dal gip in video conferenza, mentre il figlio 22enne della coppia e la zia materna - ai domiciliari - si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

 

Il denaro

Il gruppo gestito dalla coppia bresciana ha movimentato una quantità esagerata di denaro. Basti pensare che l'inchiesta del pm Claudia Passalacqua nasce dopo l'accertamento di movimenti bancari per oltre 34milioni di euro in nove mesi, su un conto corrente postale intestato a una società bresciana, aperta il 30 luglio 2018 e dichiarata cessata il 27 febbraio successivo. «Una cartiera che nello stesso giorno dei pagamenti delle fatture per operazioni inesistenti, riceve bonifici per 28 milioni di euro su conti correnti accesi presso istituti di credito di Hong Kong», ricostruisce il gip Matteo Grimaldi nell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 22 persone arrestate. Giuliano Rossini e Silvia Fornari sapevano che era ormai una questione di tempo e che sarebbero finiti nelle maglie della giustizia. «Sono i veri e propri dominus dell'associazione» scrive il gip.

 

Il 14 luglio 2020 infatti a uno degli arrestati nell'ambito di questa inchiesta, Marco Pesenti, la Finanza sequestra 153mila euro che l'uomo teneva in uno scatolone in auto. «Una cospicua somma di denaro ricevuta all'interno dell'azienda di Giuliano Rossini» scrivono i militari nell'informativa agli atti. Il gruppo si trovava, stampava le fatture false, apriva conti correnti online con una connessione schermata, in quello che viene definito «l'ufficio occulto» a Gussago, sempre in Franciacorta. Con Rossini «si rapportano tutti i soggetti coinvolti nel meccanismo fraudolento, dai fornitori ai clienti finali che utilizzano le false fatture, dai gestori e amministratori di fatto delle cartiere», mentre la moglie avrebbe anche avuto il compito di «gestire i trasferimenti dei bonifici ricevuti su conti esteri». E poi ci sono Emanuele Rossini, figlio della coppia, e la zia Marta Fornari, entrambi ai domiciliari, «spesso protagonisti - scrive il gip in ordinanza - delle consegne del denaro ai clienti».


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