I funerali di Alessia e Giulia Pisanu, morte investite da un treno a Riccione

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Avevano 15 e 17 anni Alessia e Giulia Pisanu, le due sorelle travolte e uccise da un treno domenica mattina a Riccione. In tanti dalle 8, da quando ha aperto la camera ardente, sono arrivati a Castenaso per l'addio alle due giovanissime ragazze che hanno perso la vita nel tragico incidente a opera di un Frecciarossa, sui binari della stazione nella città romagnola. Amici, familiari, residenti: una processione composta e silenziosa, raccolta nel dolore.

 

«Grazie a tutti, a tutte le istituzioni, alla Chiesa e e alla comunità. Grazie a tutti coloro che con tutta la dolcezza ci stanno facendo sentire la vicinanza in questo momento di immenso dolore», il messaggio della famiglia delle vittime letto al termine del funerale nella chiesa della Madonna del Buon consiglio a Castenaso (Bologna), il paese dove vivevano le due sorelle di 17 e 15 anni. Il messaggio è stato letto da un sacerdote, don Francesco Vecchi.

 

Sulle bare bianche delle due sorelle, accanto alle loro foto, ci sono i tanti mazzi di fiori, con girasoli rose e gerbere bianche, lasciati da amici e parenti. Il padre, insieme ai parenti, all'arrivo si è fermato in lacrime davanti alle bare bianche delle figlie, sui lati sono incisi i loro nomi. Sul libro dei ricordi, all'esterno della chiesa, tante frasi cariche di affetto e commozione. Un'amica ha scritto: «Buon viaggio angeli», un'altra: «Sarete sempre i miei raggi di sole». Al termine della cerimonia, lungo applauso da parte delle tante persone presenti in una chiesa gremita. Quando i feretri sono stati portati all'esterno, sono stati lanciati in aria palloncini bianchi a forma di cuore.

 

Il parroco: «Noi sottovoce davanti al dolore»

 

«Il dolore è enorme, il male sembra avere vinto. Noi oggi quasi sottovoce, perché ci sentiamo piccolissimi sussurriamo, ad ogni cuore e ad ogni vita, soprattutto a papà Vittorio e mamma Tania, sussurriamo che il bene è più forte del male. Il dolore lo vivremo insieme non ci lasceremo sbriciolare», ha detto il parroco di Castenaso, don Giancarlo Leonardi, in un passaggio dell'omelia.

In apertura di celebrazione, il parroco ha letto anche un messaggio dell'arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi. «Da domenica - ha detto il sacerdote - vediamo la cronaca di una tragedia, ne cogliamo letture, riletture, giudizi: un vociare che ha creato eco di reazioni. Sembra che tutti abbiano una parola da dire è che ci siano tanti maestri. Noi nella famiglia di Alessia e Giulia da domenica vediamo un dolore infinito, il rischio è la caduta nel baratro nel cinismo. Papà Vittorio lo chiama il 'tunnel'. Cosa è la verità? Cosa vediamo noi oggi con gli occhi del cuore? Vediamo due figlie Alessia e Giulia volute cresciute amate e curate. Noi vediamo un papà che ha costruito con talento il suo lavoro ed è vissuto per le sue figlie. Vediamo una madre impietrita dal dolore e vediamo una sorella Stefania che ha fatto da madre e ad amica, sono le sue parole, ad Alessia e Giulia. Vediamo una famiglia generosa dove tutti sono uniti».

«Ad Alessia e Giulia nella loro giovinezza sono state consegnate fiducia, stima, libertà e autonomia. È stata chiesta una responsabilità. Stavano vivendo la libertà dell'amore, dei desideri, dei sogni grandi della vita. Quei due cuori, quelle le due anime sono abitate da Dio: io in loro vedo Dio. Alessia e Giulia oggi gridano, noi abbiamo sussurrato, loro gridano al nostro mondo di adulti e a questo nostro mondo di adulti gridano che dobbiamo credere in loro, che non si deve consegnare semplicemente giudizio, sospetto, ma si deve consegnare stima», ha detto ancora.

 

 


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