Caccia al Green pass e sui vaccini, ritorna la fila davanti alla scuola: «Ormai è giusto farlo»

Caccia al Green pass e sui vaccini, ritorna la fila davanti alla scuola: «Ormai è giusto farlo»

di Francesca Pasquali

FERMO  - La coda davanti alla Don Dino Mancini, ieri mattina, la si vedeva bene anche dalla strada. Un centinaio di persone in fila indiana con foglietti vari in mano. Ci ha messo un bel po’ il serpentone a scorrere. A un certo punto, è pure arrivata un’ambulanza perché un anziano s’è sentito male. Se il senso del Green pass è quello di mettere il turbo alle vaccinazioni, nel Fermano, sta funzionando. Dopo settimane di calma quasi piatta, l’aria è cambiata. Per trovare un buco libero al centro di viale Trento bisogna aspettare la settimana prossima.


Prima non c’è posto. Merito del punto vaccinale, per il sindaco Paolo Calcinaro. «Da due giorni – scriveva ieri sui social –, si sta verificando un afflusso di prenotazioni anche dalle altre quattro province delle Marche poiché, evidentemente, per numero di vaccinazioni quotidiane e, quindi, rapidità di prenotazioni, il nostro centro risulta tra i più prestanti. Fa piacere ed è un riconoscimento, ma ciò non può portare un disservizio al nostro territorio». Calcinaro ha perciò chiesto alla Regione di «“correggere” il sistema di prenotazione ampliato». Quello che, ieri, ha fatto innervosire parecchi di quelli in fila. «Non è possibile. Che senso ha dare l’appuntamento a un orario se poi non si riesce a farlo rispettare? Oggi è un giorno lavorativo. Non posso passarlo tutto qui», sbotta un giovane che ha una cinquantina buona di persone davanti. Deve fare la prima dose di vaccino. Se gli chiedi se lo fa per il Green pass, ti risponde con un «sì» secco. «Mica posso fare sempre i tamponi. È estate e voglio divertirmi, ma non sono per niente convinto», aggiunge.


Con lui c’è un amico. «Sono qui solo perché me l’hanno chiesto al lavoro, altrimenti non sarei venuto.

Chissà che ti iniettano? E poi, questo vaccino, non copre la variante Delta», dice convinto. Di gente perplessa, in fila, ce n’è a bizzeffe. «Lo facciamo per nostra figlia. Subito dopo che è nata, c’è stato il primo lockdown. Non abbiamo mai potuto portarla da qualche parte. Quest’estate vorremmo farle fare qualcosa. Per questo abbiamo deciso di vaccinarci. Altrimenti, avremmo rimandato», fa sapere una coppia che aspetta il suo turno. Il marito va oltre: «Per me, questa è una violazione dei diritti: ti obbligano a fare il vaccino senza obbligarti», dice. Ma c’è anche chi sulla bontà del vaccino non ha dubbi. «Lavoro in ospedale e non ne posso più di indossare mascherine e protezioni», spiega una donna. È in fila assieme al marito e ai figli minorenni. Sono lì per accompagnare loro. Marito e moglie il vaccino l’hanno fatto già da un pezzo. «Ci fossero una terza e una quarta dose le farei subito», rimarca lei. «Non capisco: la gente si lamenta delle chiusure e si lamenta dei vaccini, tra l’altro gratuiti», aggiunge lui.


Giornata piena, ieri, anche alla Croce Azzurra di Porto San Giorgio. Dove, dei 240 prenotati del pomeriggio, circa duecento erano richiami. Il resto prime dosi. «È così da quando hanno introdotto il Green pass. L’aumento di prenotazioni è evidente. Ci sarà da organizzarsi di conseguenza», fa sapere il presidente della pubblica assistenza, Gilberto Belleggia. Anche lì, tra chi aspetta, c’è un po’ di tutto: dalla mamma che vuole vaccinare a tutti i costi i figli minorenni anche se la pediatra ha consigliato di aspettare un po’, all’uomo che «sono qui solo perché sono costretto, perché tanto il Covid guarisce da solo».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 28 Luglio 2021, 10:04
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