Dazi di Trump, il mito Harley Davidson sgomma e va via: addio America

Dazi di Trump, il mito Harley Davidson sgomma e va via: addio America

di Mario Fabbroni
Un duro colpo a Donald Trump, anche se il presidente non appare tra i milioni di fanatici della moto più osannata del pianeta.
Ma se la Harley-Davidson decide di essere sempre meno made in Usa, allora la politica dei dazi voluta dal tycoon rischia di andare a farsi benedire.
Perché il primo effetto della guerra commerciale internazionale iniziata dalla Casa Bianca, rappresenta una doccia gelata per l'orgoglio americano: lo storico marchio che viaggia su due ruote infatti sposta parte della produzione fuori dagli States, per aggirare i dazi dell'Unione Europea. Una soluzione «non preferita» ma necessaria: la Ue è il secondo mercato per l'Harley, con 40.000 moto acquistate dai fans lo scorso anno, ovvero il 16,5% delle sue vendite globali e i due quinti di quelle realizzate fuori dagli Usa. Impossibile pensare che il prezzo medio di ogni moto sarebbe aumentato di almeno 2mila euro: così l'azienda con base a Milwaukee, nel Michigan, non intende scaricare sui clienti il costo dei dazi e si prepara a costi aggiuntivi per 30-45 milioni di dollari.
Come? Con moto fatte in Brasile, India, Australia, Thailandia. Gli europei in sella alla loro Harley sapranno quindi che l'oggetto del desiderio non è più realizzato nei luoghi del mito americano ma altrove. Globalizzazione in cambio di uno sconto imposto da illogiche politiche di mercato.
Ai puristi della motocicletta da viaggio l'idea potrebbe non piacere. Prudentemente, la Harley mantiene i prezzi fermi fino a tutto il 2018: e spera che il marchio non sbandi.
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Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Giugno 2018, 08:26
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