Fingono un rapimento per YouTube, scatenano l'allarme generale: arrestati
di Anna Guaita
Il portavoce della poizia ha commentato, alla fine dell’avventura, quanto cretina fosse stata l’idea, e quanto i due ragazzi abbiano rischiato. Nessuno infatti aveva capito che si trattava di una messa in scena. E questo nella Georgia, uno Stato dove la gente ha il permesso di girare armata, poteva portare a un confronto letale: qualche cittadino bene intenzionato, deciso a salvare la ragazzina dal rapitore, avrebbe potuto facilmente tirare fuori una pistola e ferire o uccidere Christopher. Per non parlare della polizia stessa, che è stata dispiegata in forze ed era pronta a salvare la giovane vittima a ogni costo.
Fortunatamente qualche testimone è riuscito a prendere la targa della vettura. E la polizia ne ha identificato il proprietario, e nell’arco di venti minuti ha potuto rintracciarlo e parlargli. Il proprietario era il padre di Ava, e ha spiegato che la macchina l’aveva la ragazza perché doveva «girare un film».
Quella frase ha fatto sorgere i primi sospetti. Ma la scena descritta dai testimoni sembrava troppo vera: la ragazza presa di forza, spinta nel sedile posteriore della vettura, le sue grida spaventate «Aiuto, mi vuole uccidere!», tutto faceva credere che il rapimento fosse vero.
L’auto è stata poi identificata da una pattuglia, mentre era ferma nel parcheggio di una chiesa. Circondati dai polizotti con le pistole puntate, i due ragazzi sono lentamente usciti dalla vettura, con le mani alzate: «Tante cose potevano andare storte – ha commentato il portavoce della polizia -. Eravamo davvero convinti che ci fosse stato un rapimento. Qualcuno poteva rimanere ferito, o peggio. Tutte le pattuglie sono state spedite alla ricerca del Suv. Correvano per tutta la contea, per cercare quella povera ragazzina. Tutto ciò è profondamente sbagliato».
I due ragazzi sono stati incriminati per condotta pericolosa, e per aver creato un falso allarme pubblico.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 11 Luglio 2019, 22:04
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