Weinstein, la polizia di New York: "Indizi sufficienti per arrestarlo"

Weinstein, la polizia di New York: "Indizi sufficienti per arrestarlo"
Ora rischia grosso. La polizia di New York ha raccolto abbastanza indizi per arrestare Harvey Weinstein per stupro. «Sulla base dei miei colloqui con Paz de la Huerta penso che, dal punto di vista della polizia, abbiamo abbastanza elementi per fare un arresto», ha detto il detective Nicholas DiGaudio, a cui è stata affidata l'inchiesta Weinstein a New York. De la Huerta, la protagonista di «Boardwalk Empire», ha sostenuto che Weinstein l'ha violentata due volte nel 2010.



WEINSTEIN E SPACEY SEMPRE PIÙ NEI GUAI, NUOVE ACCUSE Per Harvey Weinstein le cose si mettono veramente male: la polizia di New York ha aperto un terzo filone di inchiesta dopo che l'attrice di «Boardwalk Empire», Paz de la Huerta, lo ha accusato di averla stuprata due volte sette anni fa. Per Kevin Spacey invece si è mossa Scotland Yard: la Metropolitan Police sta indagando sulle accuse di un giovane che afferma di essersi svegliato nel 2008 in casa dell'attore, scoprendo che «stava compiendo su di lui un atto sessuale». Il racconto di de la Huerta coincide nel copione con quello offerto ai media e alle autorità giudiziarie da oltre 50 donne. Dopo un evento a Manhattan, Weinstein si era offerto di accompagnare Paz a casa, visto che abitavano vicino, e aveva insistito per salire a bere una cosa. A sorpresa, si era spogliato e violentato la ragazza: «Tutto è successo così in fretta», ha raccontato lei alla Cbs. La vigilia di Natale dello stesso anno il produttore avrebbe fatto il bis. Il procuratore di New York, Cy Vance, ha assegnato al caso un sostituto specializzato in reati di sesso. Intanto a Los Angeles la polizia ha aperto una seconda inchiesta dopo quella legata alle accuse di una attrice italiana. Weinstein è sotto indagine anche a Londra e Beverly Hills. Quanto a Spacey, accuse di molestie sono arrivate anche dal set di House of Cards. Otto dipendenti della produzione dello show di Netflix le cui riprese sono state bruscamente sospese all'inizio della settimana hanno parlato di un clima «tossico» creato dalle continue avance del «Presidente Frank Underwood» televisivo sui giovani maschi della troupe. Hollywood è in prima battuta nel mirino, con una densità di casi simili a quando, nel 2001, lo scandalo della pedofilia si abbattè sulla chiesa cattolica. Con SkyNews due ex baby attori hanno parlato di molestie subite sul set quando erano bambini. Dopo Dustin Hoffman, che però non ricorda, il «Donald Trump di SNL» Alec Baldwin ha ammesso di «aver fatto il bullo» con le donne. Frasi indecenti, avance non gradite sono del resto comuni in situazioni di squilibrio di potere. Se le donne che durante la campagna elettorale per la Casa Bianca hanno accusato Donald Trump di molestie si sono chieste nei giorni scorsi perché Weinstein si e Trump no, lo scandalo arriva a lambire i palazzi della politica, del giornalismo (oggi sul banco degli imputati è David Corn di Mother Jones), perfino le Nazioni Unite con 31 casi di denunce rese note oggi dal portavoce Stephane Dujarric che non riguardano solo i peacekeepers ma anche personale delle agenzie dell'Onu. «Le molestie sessuali sono intollerabili», ha detto a Tokyo Ivanka Trump, la figlia del presidente, ma a Capitol Hill una senatrice e altre tre ex parlamentari hanno descritto ben altra storia denunciando all'Associated Press un clima di pressioni sessuali da parte dei colleghi di Capitol Hill. Mentre in Kentucky lo speaker della Camera Jeff Hoover ha davanti a sè un futuro incerto dopo aver patteggiato le accuse che gli aveva fatto una persona del suo staff.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 3 Novembre 2017, 21:40
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