Ma il dato cruciale è stato quello dell'affluenza: secondo il Cne è stata del 46,1%, mentre un portavoce del Fronte amplio dell'opposizione l'ha dichiarata «al di sotto del 30%». In qualsiasi dei due casi, rappresenta un crollo sensibile rispetto alle ultime presidenziali, quando è stata del 79,69%. La coalizione antichavista del Tavolo dell'unità democratica (Mud) - esclusa dalle elezioni dal Cne - aveva chiamato al boicottaggio del voto, definendolo illegale, ma anche Falcon, che aveva accettato la sfida delle urne, ha finito per gettare la spugna e dichiarare che non accetta la legittimità delle elezioni.
«Disconosciamo questo processo elettorale e lo qualifichiamo di illegittimo» ha dichiarato ore dopo la chiusura dei seggi, aggiungendo che «questo processo non è stato reale» e «per questo esigiamo che si convochino nuove elezioni».
Maduro gli ha risposto in tono sprezzante nel suo primo discorso dopo l'annuncio della sua rielezione, chiamandolo il candidato bugiardo che «respinge i risultati prima che siano stati dati: non si era mai visti nella storia». «Non c'è più onore; non c'è molto che ci si possa aspettare da questa opposizione», ha osservato il presidente, malgrado abbia lanciato un appello al «dialogo nazionale» con tutti i settori durante lo stesso discorso. L'erede di Hugo Chavez ha esultato, annunciando che «è la prima volta che un candidato vince con il 68% dei voti, a 47 punti dal candidato bugiardo» e che la sua vittoria segna «una nuova tappa trionfale nella storia della rivoluzione bolivariana».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 21 Maggio 2018, 09:07
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