Si iniettò vaccino 'fai da te': «Curerò anche cancro e Hiv». Trovato morto in casa a 28 anni

Si iniettò vaccino 'fai da te': «Curerò anche cancro e Hiv». Trovato morto in casa a 28 anni

di Domenico Zurlo
Diventò famoso per essersi iniettato una terapia genica 'fai da te' contro l'herpes: Aaron Traywick, biohacker americano, è stato trovato morto a Washington a soli 28 anni, in un centro benessere. Il suo vaccino doveva sconfiggere, dopo l’herpes, anche il cancro, almeno stando alle sue intenzioni: quel gesto, lo scorso febbraio, ad un ritrovo in Texas di ‘bodyhackers’, lo videro in milioni di persone, grazie alla diretta streaming su Facebook, sulla pagina del sito News2share. La sua era una terapia sperimentale non approvata, e se la iniettò incoraggiando le persone a utilizzare l'automedicazione. 

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Non è ancora chiaro se la morte del 28enne Traywick sia da imputare a quella iniezione: secondo la Ascendance Biomedical, la sua startup, si sarebbe trattato di una morte dovuta ad un “colpo fatale”. Sebbene non ci sia ancora la certezza che sia dovuta proprio ai suoi esperimenti, certamente questi ultimi non devono avergli fatto bene. Traywick era amministratore delegato proprio della società biotecnologica Ascendance Biomedical, che secondo lui aveva sviluppato una terapia per curare Hiv, Aids ed herpes. Ad Ascendance, però, riferiscono di aver perso i contatti con lui nelle ultime settimane, dopo una lite sulla direzione della startup.

 

COS’È IL BODYHACKING Il bodyhacking, e le sue correlate - tra cui i biohackers, come si definiva Traywick - è un movimento che sta avendo seguito tra i più giovani in America: alimentato da film e videogames recenti, consiste nell’usare il proprio corpo come cavia per impiantare dispositivi tecnologici, magneti o microchip, soprattutto sotto la pelle. Un’usanza che, nel nome della libertà di cura, vuole fare dell’essere umano una specie di cyborg, ma in modo improbabile, come ha fatto ad esempio il musicista catalano Neil Harbisson, che per ‘ascoltare i suoni dei colori’ si è fatto impiantare un’antenna in testa. Le attività dei biohacker, che vogliono rendere disponibili per tutti terapie innovative aggirando i costi elevati delle case farmaceutiche, sono definite rischiose fino alla follia dai bioetici.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Maggio 2018, 16:43
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