Prima l'evacuazione dei diplomatici degli Stati Uniti e del Regno Unito e delle loro famiglie dall'Ucraina. Poi, ieri sera, le chiamate di Biden dalla Situation Room della Casa Bianca agli alleati europei, Mario Draghi compreso. La crisi ucraina sta precipitando. E un'opzione militare per contrastare la tenaglia russa non è più esclusa. La Nato ieri ha compiuto un passo in avanti nella drammatica escalation e ha rafforzato il contingente in Europa dell'Est, con una sfilza di Paesi alleati che annunciano l'invio di uomini e mezzi, compresi navi nel Mar Baltico e caccia.
È la prima reazione concreta del Patto atlantico al deteriorarsi della crisi ucraina, al di là del sostegno a Kiev. Gli Usa stanno anche valutando il dislocamento di truppe in Lettonia, Estonia e Lituania: il Pentagono ieri ha messo in allerta un primo contingente di 8500 soldati. Il tutto mentre a Bruxelles i 27 ministri degli Esteri Ue cercano il coordinamento sulla linea da tenere con Mosca, al di là della promessa di «unità» e della fermezza in caso d'invasione».
Il Cremlino non sta a guardare impassibile il dispiegarsi di uomini e mezzi ai suoi confini e accusa l'Alleanza di «acuire la tensione». «La Russia non può ignorare l'attività della Nato», ha tuonato il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov. «Il rischio che le forze armate ucraine mettano in scena provocazioni nel Donbass ora è più alto», ha chiosato. La tensione ai cancelli orientali dell'Europa è alle stelle.
Ultimo aggiornamento: Martedì 25 Gennaio 2022, 09:09
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