Il patto di Versailles: energia e difesa, i leader Ue accelerano. Macron: «Recovery di guerra da 100 miliardi»

Il patto di Versailles: energia e difesa, i leader Ue accelerano. Macron: «Recovery di guerra da 100 miliardi»

di Alessandra Severini

Si sono riuniti nel castello di Versailles i leader europei, i volti preoccupati, il clima teso. Non c'è ottimismo nelle loro parole, né spazio a grandi speranze per una risoluzione rapida della crisi Ucraina. «Oggi, nelle settimane e nei mesi prossimi prenderemo decisioni storiche per la nostra Europa» ha detto il presidente francese Emmanuel Macron aprendo il vertice informale dei capi di Stato e di governo dell'Ue.

Le preoccupazioni riguardano i venti di guerra che sempre più forti spirano verso l'Europa, ma anche l'approvvigionamento energetico, il balzo dei prezzi e le conseguenze che la guerra potrebbe avere su una ripresa appena nata dopo due anni di pandemia. Tutti i leader sanno che davanti a questa guerra, come già accaduto con la pandemia, la Ue sarà costretta a cambiare: «È uno stravolgimento profondo del nostro equilibrio» ha detto ancora Macron «dobbiamo essere lucidi, ambiziosi e a prendere le decisioni all'altezza».

La Ue dovrà innanzitutto arrivare «a essere indipendente dal gas russo e ad essere indipendente nel garantire la sua difesa». La soluzione a breve termine è quella di trovare altri fornitori e di spingere sulle rinnovabili. Nelle previsioni Ue la fine della dipendenza energetica dell'Unione dalla Russia dovrebbe concretizzarsi entro il 2027. Ma non c'è unità fra i 27 su come affrontare le sfide.

C'è chi vorrebbe un nuovo Recovery per fronteggiare gli effetti della guerra e delle sanzioni sull'economia europea e chi invece ritiene che gli strumenti varati per il Covid siano sufficienti anche per le sfide attuali.

Macron è fra i primi e sogna un Recovery da «100 miliardi» per la difesa e l'energia. Ma la strada è stata subito sbarrata dai frugali, guidati ancora una volta dal premier olandese, Mark Rutte. «Il Recovery è stato una tantum, non si ripete». Con lui è schierata anche la Svezia mentre più possibilista è l'Austria. L'Italia è allineata con la Francia, ha assicurato invece il presidente del Consiglio, Mario Draghi.

Poca concordanza sembra esserci anche sulle sanzioni da applicare, prima fra tutti l'embargo del petrolio e del gas da Mosca. Se per la Francia è più semplice prendere posizione (il paese, grazie al nucleare dipende meno dal gas russo) per Italia e Germania il discorso è più complicato. I Paesi baltici vorrebbero invece chiudere immediatamente alle importazioni da Mosca. Rinviato anche il tema dell'ingresso dell'Ucraina nell'Unione Europea. Sono molti i paesi che rimangono contrari, come l'Olanda, ma anche Francia e Germania mostrano un certo scetticismo.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 11 Marzo 2022, 08:48
© RIPRODUZIONE RISERVATA