Ameba mangia-cervello uccide Fabrizio, 29 anni: «Si muore nel 90% dei casi». Colpa di un bagno in piscina
di Domenico Zurlo
Cosè il Naeglera fowleri, l'ameba killer
Divorato da un parassita tropicale: 40enne era appena tornato dalla vacanza in Thailandia
Portato dalla mamma in ospedale, inizialmente i medici avevano pensato ad una meningite batterica. Fabrizio è stato trasportato subito in un altro ospedale a Pleasantville, ma le sue condizioni si sono rapidamente aggravate: dopo ben quattro giorni i medici hanno scoperto la causa del suo malessere, trovandolo positivo al Naegleria fowleri, un'ameba estremamente rara (chiamata appunto 'mangia-cervello'), che uccide il 98% delle persone infettate. E non si è salvato nemmeno lui: è morto il giorno dopo, per le cure era troppo tardi.
COME È SUCCESSO Fabrizio aveva nuotato nella piscina a onde al Cable Park BSR a Waco, in Texas, dove probabilmente ha contratto il Naegleria fowleri: i media ne parlano come un amante dello snowboard, del surf e di «qualsiasi cosa avesse a che fare con amici e familiari». Il parco acquatico è chiuso per la stagione invernale: gli epidemiologi hanno prelevato campioni di acqua per testare l'eventuale presenza del parassita. I risultati sono attesi in settimana.
Il Center for Disease Control and Prevention afferma che negli ultimi 56 anni sono stati diagnosticati solo 143 casi di questa ameba mangia-cervello, che può causare un'infezione mortale chiamata meningoencefalite amebica primaria quando l'acqua contaminata entra nel corpo di una persona attraverso il naso e la bocca. Dei pochi casi riportati, scrive il Daily Mail, solo cinque persone risultano sopravvissute. L'ameba colpisce il sistema nervoso centrale: la malattia, se non diagnosticata e curata subito, porta alla morte nel giro di una settimana.
L'AMEBA Il Naeglera fowleri, tra l'altro, a dispetto dei danni che riesce a fare nell'uomo, è un organismo minuscolo: misura solo 20 millesimi di millimetro (micrometri) e può infettare diversi animali, tra cui appunto l'essere umano. Non si trova in acqua salata ma solo in fiumi o laghi, soprattutto quando l'acqua è calda o tiepida, oppure in piscina nel caso filtri e acqua non vengano puliti bene: le lesioni che provoca sono talmente gravi da rendere la malattia mortale nella quasi totalità dei casi (90%). In Italia, scrive il Corriere della Sera l'unico caso mai avvenuto risale al 2004 e coinvolse un bambino di 9 anni.
Ultimo aggiornamento: Martedì 2 Ottobre 2018, 23:02
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