Terremoto in Turchia e Siria, le vittime sono oltre 3.600: «120 scosse di assestamento»

Il bilancio destinato a salire ancora. Comunità internazionale pronta ad aiutare i due Paesi

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di Redazione web

È salito ad oltre 3.600 morti il bilancio del devastante terremoto che ha colpito il confine tra Turchia e Siria. Ha superato 3.600 il numero delle vittime del devastante sisma che ha colpito Siria e Turchia. Il bilancio fornito dalle autorità turche, infatti, parla di 2.316 morti, mentre gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani riferiscono di 1.348 morti in Siria, per un totale complessivo di 3.664. Dopo il potentissimo terremoto di magnitudo 7.8, sono almeno 120 le scosse di assestamento che si sono verificate nel sud della Turchia, secondo un aggiornamento dell'Agenzia turca per la gestione dei disastri e delle emergenze (Afad). 

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Il governo turco fa sapere in una nota che «finora è giunta la segnalazione di un totale di 2.824 edifici crollati» per il sisma. Secondo l'Usgs, che riporta solo le scosse di assestamento più significative che vengono effettivamente avvertite da coloro che si trovano nella zona del terremoto, sono state almeno 43 quelle di magnitudo 4.3 o superiore. Tre delle scosse di assestamento hanno misurato 6.0 o più, incluso il massiccio terremoto di magnitudo 7.5 che ha colpito 95 chilometri (59 miglia) a nord dell'epicentro del terremoto principale del mattino.

Terremoto in Turchia e Siria, cos'è successo

Sono migliaia dunque le vittime causate finora dal terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito la notte scorsa il sud della Turchia e la Siria, mentre i feriti sono diverse migliaia. Il terremoto, definito dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan «il più grande disastro nel Paese dal 1939», ha visto la mobilitazione della comunità internazionale. «L'Italia è vicina ed è pronta a mettere a disposizione la Protezione Civile», annuncia il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani che assicura che «nella zona dove c'è stato il sisma più forte 21 italiani stanno tutti bene» così come i 168 connazionali che vivono in una zona più ampia.

Un primo team Usar (urban search and rescue) dei Vigili del Fuoco, fa sapere il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, è pronto a partire dall'aeroporto di Pisa. «L'Ue è pronta ad aiutare», ha annunciato in un tweet l'Alto Rappresentante per la Politica Estera Josep Borrell. Sostegno è stato annunciato anche dal premier britannico Rishi Sunak, dal presidente francese Emmanuel Macron e dal cancelliere tedesco Olaf Scholz mentre Madrid ha attivato l'unità militare di emergenza e il trasporto aereo urgente per dare sostegno alle ricerche.

Usa e Russia pronti ad aiutare

La Casa Bianca, intanto, ha reso noto che gli Usa sono «pronti a fornire tutta l'assistenza necessaria». E anche il presidente russo Vladimir Putin promette assistenza ai due paesi colpiti. Secondo Erdogan, 2.818 edifici sono crollati nel Paese. Il precedente grande disastro in Turchia risale a 84 anni fa, quando un terremoto colpì Erzincan, provocando la morte di circa 33.000 persone. Nel 1999 il Paese fu colpito a İzmit da un altro violento sisma - di magnitudo 7.6 - che uccise più di 17.000 persone. L'USGS, che assegna al sisma di questa notte il rischio 'rosso', attribuisce infatti un 47% di probabilità a un numero di morti compreso tra 1.000 e 10.000.

Il presidente siriano Bashar al Assad ha convocato stamani a Damasco una riunione d'emergenza del governo e dei capi delle agenzie della protezione civile e della sicurezza per coordinare gli interventi, mentre in entrambi i Paesi proseguono senza sosta le ricerche dei dispersi. Nelle ultime ore, la protezione civile della regione nord-occidentale siriana di Idlib, fortemente colpita dal terremoto di questa notte, ha dichiarato tutto il nord-ovest della Siria una «zona disastrata». Interi villaggi delle zone fuori dal controllo del governo centrale di Damasco, sono stati rasi al suolo, in particolare nelle zone più vicine al confine turco, si legge nel comunicato della Protezione civile siriana.

L'allerta tsunami in Italia

In Italia era stata diramata anche l'allerta tsunami dopo la forte scossa in Turchia. Un'emergenza che però sembra ridimensionata. «Le prime registrazioni - ha spiegato il direttore operativo della Protezione Civile, Luigi D’Angelo - hanno fatto rilevare un’onda non superiore ai 15 centimetri. Si sta monitorando. Dalle prime informazioni l’allarme sembra ridimensionato». Le previsioni indicano un possibile arrivo dell’onda in Italia alle 6,30, lungo le coste calabresi.

La Protezione civile italiana, sulla base dei dati elaborati dal Centro Allerta Tsunami (Cat) dell’Ingv, aveva diramato un’allerta per possibili onde di maremoto in arrivo sulle coste italiane. Si raccomanda di allontanarsi dalle zone costiere, di raggiungere l’area vicina più elevata e di seguire le indicazioni delle autorità locali, avverte in una nota il dipartimento. Il maremoto consiste in una serie di onde marine prodotte dal rapido spostamento di una grande massa d’acqua. L’allerta indica la possibilità di un pericolo reale per le persone che si trovano vicino alla costa, specialmente se in zone poco alte, o addirittura più basse, rispetto al livello del mare.

 


Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Febbraio 2023, 16:05
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