Terremoto in Turchia, l'allarme di Oxfam: «Dopo il sisma, l'incubo colera. La Siria è più a rischio»

Sono centinaia di migliaia i rifugiati costretti a vivere in rifugi sovraffollati senza servizi igienici e acqua pulita: il rischio di nuove epidemie è altissimo

Terremoto in Turchia, l'allarme di Oxfam: «Dopo il sisma, l'incubo colera. La Siria è più a rischio»

di Niccolò Dainelli

Mentre si continua a scavare senza sosta, nella speranza di estrarre nuovi sopravvissuti, un nuovo allarme giunge dai luoghi devastati dal terribile terremoto. Oltre alla distruzione portata dal sisma del 6 febbraio, infatti, Turchia e Siria devono fare i conti con l'incubo del colera.

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Rischio colera

 

Costretti a sopravvivere in condizioni disastrose nei centri temporanei allestiti nelle zone colpite dal terremoto. Questa è la condizione in cui si trovano centinaia di migliaia di sopravvissuti, rimasti senza casa, orfani di tutto. I rifugi sono sovraffollati e non ci sono servizi igienici adeguati, né acqua pulita sufficiente per tutti. Una situazione che aumenta esponenzialmente il rischio di nuove epidemie di colera. Questo è l'allarme lanciato da Oxfam, al lavoro per soccorrere la popolazione nei due Paesi. Una delle situazioni più critiche si registra ad Aleppo, dove in alcuni rifugi oltre 150 persone, incluse donne e bambini, sono costrette a condividere un unico bagno. 

«Nuovi focolai»

«Non c'è né privacy, né dignità - racconta a Rai News Stefania Morra, responsabile del programma di azione umanitaria di Oxfam Italia - a volte devo aspettare anche una giornata intera per poter usare i servizi igienici. I casi di colera in Siria erano già in aumento prima del terremoto e adesso il rischio di nuovi focolai è altissimo per chi si trova in tendopoli improvvisate o nelle moschee che ospitano gli sfollati. È fondamentale, in questo momento, impedire che ci siano nuove vittime per una malattia del tutto prevenibile». 

La situazione in Turchia

Non meno grave è la situazione in Turchia, dove fino ad oggi è stata messa a disposizione solo una parte dei container previsti dal Governo. Anche in terra turca sono centinaia di migliaia gli sfollati costretti ad arrangiarsi in piccoli rifugi improvvisati, privi di servizi igienici e senza acqua corrente. In Turchia Oxfam sta fronteggiando l'emergenza assieme a una rete di organizzazioni e cooperative femminili, in coordinamento con le autorità pubbliche, per accelerare l'allestimento di campi e rifugi adeguati; portando beni di prima necessità, cibo, coperte, acqua pulita e kit igienici agli sfollati; informando i sopravvissuti su dove trovare alloggio e creando spazi sicuri per donne e bambini. Con l'obiettivo di soccorrere 1,4 milioni di persone, anche attraverso il ripristino delle infrastrutture idriche distrutte dal sisma e il sostegno alla ripresa delle attività economiche. Una vera e propria corsa contro il tempo per impedire che anche il colera possa aumentare drammaticamente il numero di morti.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Febbraio 2023, 17:59
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