Terremoto di magnitudo 8.2 in Messico, almeno 61 morti: "Tre giorni di lutto nazionale". Si temono repliche

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Il presidente messicano Enrique Pena Nieto ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale dopo il terremoto che ieri ha colpito la zona sud del Paese provocando almeno 61 morti. Del totale delle persone decedute, 45 hanno perso la vita a Oaxaca (delle quali 36 nella città di Juchitan), 12 nel Chiapas e 4 a Tabasco. È prevedibile che si presenti una replica con un'intensità solo un grado minore« la precedente (pari ad una magnitudo 8,2 Richter), ha poi avvertito Pena Nieto.

Nel frattempo il governo ha pubblicato un elenco di prodotti alimentari e merci che le persone possono portare ai centri di emergenza della Croce Rossa per aiutare coloro che sono stati colpiti dal sisma. »Il comitato nazionale di emergenza è in sessione permanente per coordinare la risposta al terremoto, ha detto su Twitter il capo della protezione civile del Messico Luis Felipe.


MAGNITUDO 6.2 Il terremoto con potenza devastante, 8,2 sulla scala Richter, che ha scosso ieri notte il Messico, ha provocato il panico nel sud e del centro del paese, compresa la capitale, dove vivono circa venti milioni di persone.
 

Erano le 23,52 quando la terra ha tremato soprattutto in tre stati, nel Chiapas, dove nella località di Pijijiapan è stato individuato l'epicentro del sismo, a Tabasco e a Oaxaca. Nella capitale e in tante altre città e centri del centro-sud, la gente ha abbandonato le proprie abitazioni in mezzo al caos, spesso in pigiama, mentre in alcune zone si interrompevano luce e comunicazioni. I riflettori sono rimasti puntati sul Chiapas, che ha avuto 120 feriti subendo inoltre il crollo di alcune abitazioni e di quattro ponti, e Oaxaca, lo stato più povero dell'intero paese dove si trovano le due cittadine più devastate dal sisma. A Matias Romero per tutta la notte si è continuato a cercare tra le macerie di un albergo crollato.





Alcuni edifici, tra cui la sede del comune, un ospedale, una chiesa e diverse abitazioni e negozi, sono venuti giù anche nella vicina località di Juchitan. A confermare che anche qui ci sono «case con all'interno delle persone» è stata la protezione civile. Entrambe le località sono al centro dell'angoscia che circola sulle reti sociali, anche perchè le autorità non forniscono dati sul numero delle persone intrappolate.





Ed è tra le vie di Romero e di Juchitan che in queste ore si respira la paura: molte persone temono di rientrare nelle proprie abitazioni proprio per il rischio crolli. Il terremoto ha fatto sentire tutta la sua forza anche in Guatemala, dove non si hanno comunque notizie di vittime.
 

Ed ha provocato un'allerta tsunami, rientrato dopo qualche ora, diramato sulla costa occidentale del Messico, oltre che nel Guatemala e in altri paesi centroamericani. In un primo contatto con la stampa, Pena Nieto ha definito il terremoto «il più potente degli ultimi 100 anni», precisando che la scossa ha colpito circa 50 milioni di persone (quasi la metà della popolazione del paese) e indicando una serie di misure in vigore oggi.

 

Tra queste, la chiusura delle scuole in 11 stati, anche per permettere i controlli tecnici di edifici e case, soprattutto nel Chiapas e a Oaxaca. È stato un movimento tellurico «intenso, lungo e molto forte», ha precisato il presidente.

 

Il ricordo di Pena Nieto e di tutti nel paese è andato al sisma del 19 settembre del 1985, con una magnitudo simile a quella di ieri notte. Quel giorno circa 15 mila persone persero la vita, in gran parte a Città del Messico.




 

 
Ultimo aggiornamento: Sabato 9 Settembre 2017, 08:50
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