Svizzera, il referendum approva la legge contro l'omofobia: sarà punita come il razzismo

Svizzera, il referendum approva la legge contro l'omofobia: sarà punita come il razzismo

di Nico Riva
Gli svizzeri hanno preso la loro decisione: sì, la legge contro l'omofobia ora è realtà. Le discriminazioni contro la comunità LGBT verranno punite come quelle di carattere razzista. Una svolta storica per i diritti. La legge punisce infatti le offese pubbliche e la discriminazione in base all'orientamento sessuale e qualsiasi atteggiamento di incitamento all'odio a parole, per iscritto, immagini o gesti. Inoltre, i luoghi pubblici come ristoranti, alberghi, trasporti, cinema ecc. non potranno rifiutare l'accesso di qualcuno per il suo orientamento sessuale.

Leggi anche > Martina e Erika della pagina Le perle degli Omofobi: «Minacce e insulti per un bacio, ma noi combattiamo l'odio»

Chiara la presa di posizione della Svizzera contro la piaga dell'omofobia: è reato e in quanto tale va punito. I cittadini elvetici hanno espresso il loro parere in materia attraverso il referendum. E dalle urne è uscito un risultato importante: con il 63% dei voti a favore, la nuova legge contro le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale è approvata. E in alcune zone la percentuale ha raggiunto numeri insperati: a Ginevra il sì ha toccato il 76,3%, nel Canton Vaud perfino l'80,2%. Solamente in tre piccoli cantoni centro-orientali ha vinto la maggioranza conservatrice del no. 

Con la nuova norma, le persone Lgbt saranno protette dal Codice penale esattamente come le persone discriminate per la loro nazionalità, etnia o fede religiosa. Tradotto: si va da pene in denaro a pene detentive fino a 3 anni. Salome Zimmermann, co-presidente dell'Organizzazione svizzera delle lesbiche, ha esultato con queste parole: «Oggi non sono solo i diritti di lesbiche, omosessuali e bisessuali ad essere rafforzati, ma quelli di tutte le minoranze». «L'odio e la discriminazione non hanno più posto nel nostro Paese», ha aggiunto il parlamentare socialista Mathias Reynard, che aveva avanzato la proposta di legge nel 2013 e ha aspettato 7 anni prima che diventasse realtà. Il referendum contro la legge era un'iniziativa di un comitato conservatore e nazionalista. Ma il risultato non è stato quello sperato. 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 10 Febbraio 2020, 15:55
© RIPRODUZIONE RISERVATA