Svelati i misteri dei messaggi nelle caverne della tribù dei Cherokee
di Simone Pierini
I Cherokee parlano una lingua irochese che è polisintetica e viene scritta tramite un sillabario inventato da Sequoyahnel XIX secolo. Oggi si ritiene che sia esistito un sillabario più antico precedente a quello di Sequoyah che può aver ispirato il suo lavoro. Essa possiede una morfologia verbale estremamente complessa, poiché i verbi cherokee, tenendo conto di tutte le combinazioni possibili degli affissi, possono avere ben 21.262 forme flesse ciascuno. Durante gli ultimi anni molte persone hanno cercato di trascrivere la lingua Cherokee con il computer, usando spesso font incompleti. Da quando invece le sillabe Cherokee sono state aggiunte al sistema "Unicode" questa lingua ha potuto diffondersi anche su internet.
La grotta di Manitou si trova vicino a Fort Payne, in Alabama, ed è lunga circa un miglio. È aperta ai turisti sin dal 1888 e questo traffico di persone ha spazzato via tutte le prove del precedente uso tribale. Ma le iscrizioni sui muri dell'alfabeto Cherokee inventato da Sequoyah sono sopravvissute ai turisti e alla rimozione forzata dei Cherokee sulla Trail of Tears. Tutte le iscrizioni che sono state tradotte riguardano questioni cerimoniali e spirituali e probabilmente non erano destinate al pubblico, ma solo a uso privato. Almeno secondo quanto sostengono gli archeologi che, per questo motivo, hanno fornito solo poche traduzioni. La scoperta è stata pubblicata nell'articolo intitolato "Talking Stones: sillabario Cherokee nella grotta di Manitou, Alabama".
Un'iscrizione riporta un rituale che ebbe luogo nel 1828 prima di una partita di stickball. Lo stickball per i Cherokee rappresentava al tempo stesso un gioco e un rituale e contrapponeva le comunità l'una contro l'altra. Prima della partita era richiesta una preparazione spirituale rituale e la pulizia del viso. Proprio queste informaziono sono scritte nei simboli analizzati e tradotti. I Cherokee solitamente andavano nella grotta prima d iniziare il gioco per prepararsi mentalmente e fisicamente. Con loro portavano un uomo di medicina o un consulente spirituale. Si pulivano con acqua e fumo, poi ballavano e pregavano.
Una seconda serie di iscrizioni sul soffitto è invece legata a temi religiosi e non è stata tradotta, ma sembrano indirizzate agli antenati Cherokee. Le iscrizioni sono scritte "all'indietro", come se indirizzassero i lettori all'interno della roccia stessa. Le cerimonie all'interno della grotta mostrano il potere spirituale dei Cherokee e sono simili a disegni di antiche caverne nel Sud-Est risalenti a migliaia di anni fa. Gli autori dell'articolo sono Beau Duke Carroll, Alan Cressler, Tom Belt, Julie Reed, Jan F. Simek. «Probabilmente la gente l'aveva guardata e passata per anni, ma non sapevano cosa stavano guardando», ha detto al Washington Post Duke Carroll.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 11 Aprile 2019, 17:56
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