«Siamo allibiti e senza parole. Ci attendevamo la comunicazione di una data del processo e invece ci è caduta questa tegola. Non capiamo assolutamente la decisione», ha riferito Anna Bedin, la mamma di Elisa Valent, che ieri sera ha ricevuto notizia dell'archiviazione dal legale spagnolo che assiste i familiari delle vittime.
«Al momento non sappiamo ancora quali siano le ragioni. È incomprensibile visti gli indizi che ci sono e visto che non sono ancora terminati tutti gli atti investigativi, le indagini», ha aggiunto la mamma di Elisa, ricordando che proprio domani sarà passato un anno e mezzo esatto dal giorno dell'incidente. «Faremo un nuovo ricorso immediatamente. Non ci fermiamo. Vogliamo giustizia per le ragazze», ha concluso.
20 MARZO 2016, MORIRONO 13 STUDENTESSE NELLO SCHIANTO IN CATALOGNA Il tragico schianto avvenne in Catalogna, a Freginals, sull'autostrada Valencia-Barcellona, e morirono 13 studentesse Erasmus, tra cui sette italiane. L'autista del bus della strage e' stato sentito dal giudice istruttore di Amposta, vicino a Tarragona. L'uomo ha negato di essersi addormentato. Ha detto di non ricordare bene le circostanze dell'incidente ma di essere sicuro di non avere avuto un colpo di sonno. "Ho perso il controllo" ha solo ammesso, ha riferito il suo avvocato. C'e' voluto tempo e tensione per ottenere finalmente che la giustizia spagnola lo chiamasse a deporre. L'uomo era rimasto gravemente ferito nell'incidente e per questo non era stato sentito nei primi mesi. E' tuttora in condizioni di salute fragili. Per evitargli stress il Gip lo ha autorizzato ad entrare e uscire da un ingresso secondario, sfuggendo ai giornalisti.
In dicembre a sorpresa il Gip incaricato del caso aveva archiviato l'inchiesta, ritenendo, senza averlo sentito, che l'autista non aveva "alcuna responsabilita' cosi' grave da essere punita penalmente". Questo nonostante la polizia regionale dei Mossos d'Esquadra avesse ritenuto nel rapporto sull'incidente che un colpo di sonno dell'autista fosse da considerare la causa piu' probabile. Al momento dell'incidente la stampa spagnola aveva scritto che l'autista aveva ammesso con i soccorritori di essersi addormentato.
La decisione di archiviare aveva provocato reazioni indignate delle famiglie delle vittime, che avevano fatto ricorso con l'appoggio dell'allora premier Matteo Renzi e dal ministro degli esteri presidente del consiglio Paolo Gentiloni. "Non e' stata una tragedia casuale, ma nata da un viaggio organizzato in modo demenziale, perche' imponeva una tabella di marcia massacrante: in 24 ore lo stesso conducente doveva guidare per 350 km all'andata e 350 km al ritorno" aveva protestato Paolo Bonello, papa' di Francesca, la studentessa genovese di Medicina di 23 anni morta nello schianto.
Il tribunale aveva deciso di riaprire l'inchiesta affidandola a un nuovo gip. Che subito aveva definito "essenziale" sentire l'autista.
Ultimo aggiornamento: Martedì 19 Settembre 2017, 19:30
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