Sopravvive al Covid dopo un mese in ospedale e chiede scusa ai medici: «Avrei dovuto vaccinarmi»

Richard Soliz era confuso dalle informazioni contraddittorie dei social e non si è vaccinato. Adesso ha i polmoni compromessi e potrebbe non riacquistare tutta la sua capacità polmonare

Sopravvive al Covid dopo un mese in ospedale e chiede scusa ai medici: «Avrei dovuto vaccinarmi»

Dopo essere stato ricoverato per 28 giorni a causa del Covid-19, un uomo è tornato all'ospedale di Seattle che gli ha salvato la vita per scusarsi per non essere stato vaccinato. Richard Soliz, un'artista grafico di 54 anni, ha sviluppato coaguli di sangue nei polmoni dopo aver contratto il Coronavirus. Alla fine di Agosto è stato ricoverato al centro medico di Harborview e ci ha trascorso quasi un mese attaccato a un ventilatore e a un monitor cardiaco.

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I medici avevano paura che uno dei coaguli di sangue potesse trasferirsi al cervello o al cuore. Soliz, dopo essere guarito ed esser tornato a casa, è tornato in ospedale per ringraziare il personale che lo ha curato e gli ha salvato la vita. Voleva chiedergli scusa. «Sono profondamente dispiaciuto, sapete, di non aver preso la decisione di vaccinarmi», ha dichiarato Soliz al dottor James Town, pneumologo e direttore dell'unità di terapia intensiva medica. «Nessuno ti incolpa o ti giudica», ha risposto il dottore all'uomo. «Tutti sono semplicemente felici che tu sia disposto a condividere la tua storia, penso. E felici che tu stia meglio». Quando Soliz si è ammalato, ha pensato che fosse l'influenza. Poi ha iniziato ad avere forti mal di testa. Poco dopo, ha avuto la febbre e ha iniziato a non riuscire a respirare.

«E ho capito: 'Ehi, questa non è l'influenza. È il Covid». È stato ricoverato in ospedale il 23 agosto. Soliz ha affermato di essere stato confuso dalle informazioni contraddittorie sui vaccini sui social media, comprese le affermazioni smentite sui vaccini con microchip e i sospetti sulle intenzioni del governo. Non era sicuro, ha detto, «che ci sia della verità in questo virus, e non essere vaccinato ti rende vulnerabile al punto da poter davvero togliere la vita a una persona. Lo so personalmente, perché non ero vaccinato, non ho agito, non ne ero sicuro e ho quasi perso la vita. Era solo ignoranza sulla materia, e quello che sapevo era confuso e contraddittorio, quindi quando una persona non è totalmente convinta di qualcosa e non ha le informazioni adeguate per prendere la decisione giusta. Per questo non ho fatto niente». Quando Soliz è tornato in ospedale in ottobre, un'infermiera, Kimmy Siebens, lo ha salutato e gli ha detto che stava benissimo.


«Vederti vivo è semplicemente fantastico», ha detto, aggiungendo: «Mettiamo così tanto del nostro cuore nella cura cercando di curare le persone che poi non riusciamo a goderci chi riesce a vincere contro il covid. È incredibile.

Ne vale sicuramente la pena».

L'uomo adesso è completamente vaccinato, ma è rimasto con i polmoni compromessi. Spesso resta senza fiato anche dopo una lieve attività fisica, ha difficoltà a dormire e lotta con la memoria di quei giorni e i brutti pensieri che lo hanno travolto in quel periodo. I medici pensano che possa iniziare a migliorare nei prossimi 6 mesi, ma non è detto che riacquisti tutta la capacità polmonare


Ultimo aggiornamento: Lunedì 8 Novembre 2021, 21:40
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