Appello di Papa Francesco alla pace, ma nessuna condanna esplicita ai bombardamenti Usa
di Franca Giansoldati
L'appello che rivolge ai cattolici è di continuare a pregare. Un invito che allarga «alle persone di buona volontà a continuare a fare altrettanto, mi appello nuovamente a tutti i responsabili politici, perché prevalgano la giustizia e la pace». Ha implorato giustizia e pace, ma dell'attacco missilistico non ha fatto alcuna menzione esplicita e diretta. Ieri la crisi siriana è oerò stata al centro di una lunga telefonata con il capo delle chiese ortodosse Kirill che ha preso l'iniziativa per chiamare sia Francesco che i principali arcivescovi del Medio Oriente: «I cristiani non possono restare distanti da ciò che sta accadendo in Siria. Lì è sorto il cristianesimo e non possiamo stare in silenzio» ha riferito il patriarca di Mosca ai giornalisti. Tra i leader spirituali contattati, anche il patriarca ecumenico Bartolomeo, Teodoro di Alessandria, Giovanni di Antiochia e Teofilo di Gerusalemme.
La scorsa settimana mentre venivano denunciati dagli Stati Uniti gli attacchi chimici, Papa Francesco stigmatizzava pubblicamente l'uso di armi non convenzionali, ricordando i loro tragici effetti. «Non c'è una guerra buona e una guerra cattiva e niente può giustificare l'uso di armi chimiche». Ieri l’Osservatore Romano mitigava un po' la lettura dei giorni scorsi definendo gli attacchi chimici «presunti. Ne frattempo arrivavano in Vaticano le voci preoccupate di tanti vescovi siriani e libanesi. Uno in particolare, Antoine Audo di Aleppo, che accostava i bombardamenti americani in Siria a quelli in Iraq. «Spero che emerga la verità non come hanno fatto con l'Iraq dove hanno distrutto il Paese dicendo che c'erano le armi chimiche. Così come hanno fatto con l'Iraq ora lo stanno facendo ora con la Siria. Ma la gente lo ha capito, non è stupida».
Ultimo aggiornamento: Domenica 15 Aprile 2018, 12:39
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