Russia, Putin scaricato dai fedelissimi? Dugin nega e minaccia: «Guerra nucleare sarà suicidio dell'Occidente»

«Siamo fedeli a Putin e sosteniamo l'operazione militare fino alla fine», ha chiarito il filosofo in un lungo messaggio su Telegram

Russia, Putin scaricato dai fedelissimi? Dugin nega e minaccia: «Guerra nucleare sarà suicidio dell'Occidente»

La ritirata da Kherson sembra aver scatenato problemi dalle parti russe, con tanto di post scritti e poi rimossi, con il conseguente giallo: il caso del giorno riguarda il rapporto tra il presidente russo Vladimir Putin e il filosofo - nonché 'ideologo' dello stesso Putin - Aleksandr Dugin, l'uomo che ad agosto scorso perse la figlia Darya in un agguato a Mosca.

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Dugin nega: «Siamo fedeli a Putin»

In un lungo messaggio su Telegram, Dugin ha fatto sapere che «l'Occidente ha iniziato a insinuare che dopo la resa a Kherson, io e i patrioti russi ci siamo rivoltati contro Putin e avremmo chiesto le sue dimissioni. Questa accusa è venuta fuori dal nulla. È ovvio che nessuno ci crederà». «Ma giusto per essere sicuri: nessuno ha voltato le spalle a Putin, sia io che tutti gli altri patrioti russi lo supportiamo incondizionatamente. Il dolore per la perdita di Kherson è una cosa, l'atteggiamento verso il comandante in capo è un'altra», scrive. Poi aggiunge: «Siamo fedeli a Putin e sosteniamo l'operazione militare fino alla fine». 

 

E ancora: «L'Occidente, che sta esercitando una pressione straordinaria sulla Russia, non comprende che in nessun caso la Russia e Putin capitoleranno. L'ultimo passo può essere solo l'uso di armi nucleari. Il presidente ha detto chiaramente: non capitoleremo. Mettere all'angolo la Russia comporterà il suicidio dell'Occidente e dell'intera umanità». «A nome del presidente Putin e per il bene del popolo, se abbiamo delle lamentele, è contro l'élite dominante, i cui membri, uno per uno, stanno tradendo il nostro leader supremo.

Solo noi, i patrioti russi e il popolo russo, gli siamo fedeli».

In mattinata però la musica era diversa: Dugin aveva infatti paragonato la sorte del presidente al «re della pioggia», sacrificato se non riesce a «salvare il suo popolo». Un messaggio chiaro, che è fomentato da gran parte dell'elite russa: «Putin va rovesciato». «Chi non è arrabbiato per la perdita di Kherson non è un vero russo», aveva scritto Dugin, in un post poi rimosso successivamente. Lo zar, che tramite il suo portavoce Peskov ha dato la colpa di quanto successo a Kherson «ai militari», non può permettersi una rivolta interna. Per questo a Mosca è in corso una vera e propria caccia ai traditori. Vedremo come andrà a finire.


Ultimo aggiornamento: Domenica 13 Novembre 2022, 14:00
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