L’Urss galoppava verso la sua dissoluzione, quel 31 gennaio del 1990, quando in piazza Puskin a Mosca arrivarono gli americani. Sotto forma di un hamburger che aveva il sapore della fine di un epoca. «Se non puoi venire in America, vai da McDonald’s» era lo slogan. Nonostante il Big Mac costasse 3,75 rubli, quel giorno in piazza Puskin si misero in coda 31mila moscoviti, gente con uno stipendio medio mensile da 150 rubli. Un successo, un’immediata storia d’amore.
Ora è tutto finito: dopo 32 anni e 850 ristoranti aperti nella Federazione russa, con 60mila dipendenti, il Big Mac se ne va. La chiusura temporanea dei ristoranti con il logo della grande M gialla decisa a marzo pochi giorni dopo l’invasione dell’Ucraina ora è definitiva. McDonald’s ha annunciato la decisione si vendere tutti i suoi ristoranti in Russia. Dasvidania, addio. Perché l’aggressione dell’Ucraina - è il comunicato del colosso americano - «non è coerente con i nostri valori».
Non solo il Big Mac: se ne va dalla Russia anche la Renault. La casa automobilistica francese ha deciso di cedere tutte le sue attività allo Stato russo, per la cifra simbolica di un rublo. I russi rilevano il 100% della filiale locale di Renault. E la Nami (l’Istituto centrale di ricerca e sviluppo di auto, gestito dallo Stato russo) acquisisce il 67,69% di Avtovaz - la fabbrica delle famose Lada - dalla casa automobilistica francese.
Ultimo aggiornamento: Martedì 17 Maggio 2022, 07:21
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