La Russia esulta: «Presa Mariupol». Ma per Kiev l'annuncio è una fake news

La Russia esulta: «Presa Mariupol». Ma per Kiev l'annuncio è una fake news

Il Consiglio di Difesa ucraino ha definito un 'falso' l'annuncio di Mosca della presa di Mariupol. «Il ministero della Difesa russo sta diffondendo una falsa notizia, sostenendo che il suo esercito ha ripulito Mariupol dai combattenti del reggimento Azov», informa su Telegram il Centro ucraino anti-disinformazione. «Le forze ucraine continuano a difendere Mariupol ma il ministero della Difesa russo ha già riferito che l'intera città di Mariupol è stata completamente ripulita dai militanti Azov, dai mercenari stranieri e dalle forze armate. Vi avvertiamo: questa è una fake news!».

La Russia vuole «vendicare Moskva»: nel mirino il bunker di Zelensky

«Dopo la dichiarazione di Zelensky sui difensori di Mariupol (se ci distruggerete a Mariupol i negoziati salteranno, ndr), il ministero della Difesa russo ha affermato che 'a Kiev è stato ripetutamente offerto di ritirare le truppe da Mariupol in qualsiasi direzione per salvare la città e le persone, mentre ai nazionalisti era garantita la vita, ma Kiev ha rifiutato. Attenzione: questa è manipolazione!», prosegue il Centro anti disinformazione ucraino.

È stato anche riferito che «gli invasori stanno ricorrendo alla disinformazione a Kherson, dove hanno cercato di convincere i residenti locali che la guerra della Russia contro l'Ucraina «è stata condotta a beneficio del popolo». «A tal fine - riferisce Ukrinform - distribuiscono volantini con lo slogan 'il dolore che ti ha colpito è il risultato della politica criminale del regime di Kiev».

Mosca: abbiamo preso Mariupol

Mariupol è stata «ripulita» dalle truppe ucraine. Alla fine del 51esimo giorno di guerra, Mosca annuncia che in tutta l'area urbana della città sul Mar d'Azov la resistenza è stata vinta, e solo un manipolo di forze di difesa resta asserragliato sotto i tunnel della grande acciaieria. La resa totale degli ucraini, che potrebbe avvenire da un giorno all'altro, sarebbe la prima vera svolta nell'invasione, ma potrebbe anche costituire una pietra tombale sui tentativi di trovare una soluzione diplomatica. Volodymyr Zelensky l'ha detto in modo chiaro: se ci distruggerete a Mariupol i negoziati salteranno. Si comincia a temere anche per l'arrivo dei rinforzi con la notizia, sempre da Mosca, che i russi hanno abbattuto vicino ad Odessa un cargo militare ucraino che trasportava le armi inviate dall'Occidente.

Dopo un'ennesima giornata di combattimenti furiosi nella città martire, ridotta ormai ad uno scheletro, il ministero della Difesa russo ha annunciato di avere «ripulito completamente l'area urbana da tutti i miliziani del battaglione Azov, dei mercenari stranieri e delle truppe ucraine».

Ed ha aggiunto che gruppi di resistenza sono ancora attivi nell'acciaieria di Azovstal, ma «totalmente bloccati, con l'unica possibilità di deporre le armi e arrendersi». In precedenza le autorità locali avevano ammesso una situazione molto difficile. Con nuove unità russe costantemente schierate in città e rastrellamenti di tutti gli uomini per portarli nelle zone controllate dai secessionisti. Quel che resta della resistenza è rappresentato dai marines ucraini e gli uomini del Battaglione Azov, protetti sotto i tunnel dell'acciaieria situata vicino alla costa. Per stanarli, Mosca sarebbe pronta a utilizzare bombe Fab-300 a alto potenziale, con un raggio di decine di metri. Zelensky ha avvertito che la «distruzione delle forze ucraine a Mariupol segnerà la fine dei negoziati». Anche perché il presidente ucraino sa bene che la resa della città sul Mar d'Azov sarebbe un primo grande successo per le truppe di invasione, che alimenterebbe ulteriormente l'offensiva nel resto del Paese.

Diversi analisti americani, inoltre, ritengono che la tattica di lento logoramento condotta a Mariupol dai russi potrebbe pagare anche sugli altri fronti, perché favorisce l'esercito più numeroso. Anche nel sud-est l'Armata russa procede su questo schema: bombardamenti continui e ammassamento di truppe. Nella regione di Kharkiv un raid con un missile a lungo raggio ha provocato due morti e 18 feriti tra i civili. Mentre il Pentagono ha rilevato che i russi stanno schierando elicotteri d'attacco lungo il confine orientale, inviando altre truppe e pezzi di artiglieria. Nella regione del Lugansk diverse città sono sotto il fuoco continuo di mortai, e decine di migliaia di soldati si preparano a sferrare un attacco simultaneo anche nel Donetsk. Quando le condizioni meteorologiche saranno più favorevoli.

La conquista del Donbass resta l'obiettivo principale dell'offensiva russa, ma in questa fase le truppe di Putin non rinunciano a tenere alta la pressione anche sul resto del Paese. Lo dimostrano i raid su Leopoli, dopo settimane di quiete, e soprattutto il secondo attacco in due giorni condotto a Kiev: missili di lungo raggio ad alta precisione contro una fabbrica che produceva carri armati, ha riferito Mosca. Il sindaco Vitali Klitschko ha parlato di almeno un morto e di diversi feriti, ed ha invitato i residenti della capitale a non tornare. Il nuovo raid su Kiev è arrivato all'indomani del bombardamento contro un'altra struttura in periferia che riparava e costruiva sistemi anti-aerei e anti-nave. Per Mosca si è trattato di una risposta agli attacchi condotti su villaggi in territorio russo dagli ucraini, ma Kiev ritiene che sia stata una vendetta per l'affondamento dell'Ammiraglia Moskva. Proprio con missili realizzati nelle fabbriche bersagliate dai russi. Esperti militari ucraini inoltre temono che il prossimo obiettivo sia ancora più ambizioso: distruggere il bunker di Zelensky.


Ultimo aggiornamento: Domenica 17 Aprile 2022, 00:07
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