Rugby, giocatrice invalida per un placcaggio vince causa contro avversaria: risarcimento da 10 milioni

Per il giudice la placcatrice ha agito con "sconsiderato disprezzo per l'incolumità dell'avversaria". Sentenza inedita che costituisce un precedente non solo nel rugby femminile amatoriale. Uscita dall'ospedale, Dani Czernuszka ha avuto il terzo figlio ed è stata chiamata in nazionale

Rugby, giocatrice invalida per un placcaggio vince causa contro avversaria: risarcimento da 10 milioni

di Paolo Ricci Bitti

L'arbitro, sei anni fa, in quella partita di rugby amatoriale femminile delle serie NC2 (la quinta e ultima divisione in Inghilterra), non aveva ravvisato alcuna azione irregolare, invece ora Dani Czernuszka, giocatrice della squadra delle Sirens del club Rams di Reading, ha vinto in tribunale una causa per risarcimento danni da 10 milioni di sterline contro Natasha King, delle Bracknell Ladies. 

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"Quel placcaggio che ha reso invalida dalla cintura in giù l'allora 28enne era pericoloso e illegale. Non si intende che Natasha King abbia intenzionalmente ferito la rivale, ma che abbia agito con sconsiderato disprezzo per l'incolumità dell'avversaria" ha detto il giudice Martin Spencer dell'Alta Corte.

 

Una condanna per lesioni personali colpose inedita e destinata a costituire un precedente nel mondo non solo femminile dello sport amatoriale, ovvero, nel caso del rugby, del 99% del movimento ovale inglese che conta oltre un milione e mezzo di tesserati fra maschi e femmine, senza considerare i praticanti nelle scuole dalle elementari alle università che non fanno riferimento ai club. Proprio il concetto di "placcaggio pericoloso", non sempre facile da definire,  è al centro di continue modifiche del regolamento da parte delle federazioni. In questo caso però il giudice ha valutato determinante l'atteggiamento della placcatrice.

Natasha King schiaccia a terra Dani Czernuszka

I giocatori di ogni livello che partecipano ai campionati, sia pure totalmente dilettantistici come quello della quinta e ultima serie di quel match dell'ottobre 2017, sono assicurati e infatti Dani Czernuszka, madre di tre bambini l'ultimo dei quali nato dopo la lunga riabilitazione seguita all'incidente, ha ricevuto un risarcimento che le permette di abitare in una casa adatta a chi, come lei, si muove in carrozzina. Il club, che si autofinanzia con le quote dei tesserati, le è stato molto vicino e ora lei e il marito Pete sono ugualmente volontari nella raccolta fondi per i disabili.

Natasha King

La donna, però, si è battuta perché venisse riconosciuto che l'azione che le era costata l'uso delle gambe non era un banale placcaggio dalle gravi conseguenze da mettere sia pure remotamente in conto se si pratica uno sport di contatto come il rugby. Per lei, come ha riconosciuto il giudice, Natasha King, mediano di apertura (un ruolo dei trequarti), ha giocato "in modo inappropriatamente aggressivo e intimidatorio" e che inoltre "stava cercando un'opportunità per vendicarsi dell'avversaria" che non era riuscita a placcare in un'azione precedente. Dani Czernuszka, terza linea ala (un ruolo della mischia) ha anche sostenuto che King aveva promesso alle compagne che "avrebbe spezzato quella numero 7".

Dani Czernuszka

Dani Czernuszka, assai minuta, stava raccogliendo il pallone a terra ed era quindi chinata quando l'avversaria Natasha King, molto più imponente, "ha usato tutto il suo peso per schiacciare verso il terreno la testa e la schiena della rivale". King ha negato, davanti al giudice, di avere agito per vendetta e inoltre i suoi difensori hanno sottolineato che per l'arbitro il placcaggio era regolare. Di contro il giudice Spencer ha ricordato che anche se si trattava di un match ufficiale di campionato, il livello tecnico era tale (ovvero così basso visto che si trattava di atlete in gran parte alle prime esperienze) che doveva essere tenuto in considerazione da chi giocava. 

La causa per risarcimento danni proseguirà per stabilire l'entità definitiva della somma che dovrà ricevere Dani Czernuszka che con grande forza di volontà non solo ha avuto un terzo figlio ma ha superato le selezioni per entrare nella nazionale paralimpica britannica di hockey su ghiaccio che ha vinto la medaglia d'oro ai mondiali. I suoi legali valutano equa la somma massima prevista che è di 10 milioni di sterline. 

"Sono grata per questa sentenza - ha detto la giocatrice, ora allenatrice in palestra - che spegne finalmente le menzogne dette su quanto accaduto in quella partita. Dallo sport ho sempre avuto e ho grandi soddisfazioni e accuso il gioco del rugby per questa vicenda, ma confermo la mia delusione per il comportamento scorretto dell'avversaria, dei suoi allenatori e dell'arbitro".


Ultimo aggiornamento: Sabato 25 Febbraio 2023, 11:01
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