La Regina Elisabetta è morta a 96 anni: l'annuncio ufficiale della Casa Reale

Addio alla sovrana dei record, sul trono per 70 anni

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di Totò Rizzo

La regina Elisabetta d'Inghilterra è morta oggi all'età di 96 anni. L'annuncio è arrivato direttamente da Buckingham Palace, dopo una lunga giornata di ansia e preoccupazione per la sua salute, seguita dall'arrivo al suo capezzale - al castello di Balmoral - di tutti i figli e i nipoti. Poco dopo le 19.30, il tweet ufficiale della Royal Family: «La Regina è morta in pace a Balmoral questo pomeriggio - si legge - Il Re e la Regina consorte resteranno a Balmoral questa sera e torneranno a Londra domani».

«La morte della mia amata madre è un momento di grande tristezza per me e per tutti i membri della mia famiglia», le prime parole di Carlo diventato re. «So che la sua morte sarà profondamente sentita in tutto il Paese, il regno, il Commonwealth e da innumerevoli persone nel mondo», ha aggiunto. «È di conforto la consapevolezza dell'affetto e del rispetto provato per la regina». 

Addio alla Regina, il Regno volta pagina

L’ultima immagine ufficiale non ha la fierezza regale alla quale Elisabetta II d’Inghilterra – sorridente nell’età giovanile, più severa negli anni della maturità – ci aveva abituati nei suoi settant’anni sul trono. Ha piuttosto la malinconica, affettuosa dignità di una nonnina sofferente – spalle curve, mano un po’ incerta, offesa sul dorso forse dalle flebo – che per ruolo, per dovere istituzionale vuole adempiere al suo ultimo ufficio, quello di affidare la formazione del nuovo governo del Paese al primo ministro incaricato, Liz Truss.

Gonna scozzese, cardigan aperto sulla camicia, consueti mocassini dal tacco basso, perle alle orecchie, bastone e borsetta, tutto sui toni del grigio, celeste e nero, dà la stretta alla nuova leader dei Tories come a voler firmare ancora una volta un importante capitolo del “suo” Regno Unito. L’Inghilterra volta pagina e a sfogliare il libro della Storia è ancora una volta lei. Come una donna fra tante, come una moglie fra tante, Elisabetta aveva avvertito il vuoto della morte di Filippo, al suo fianco per 74 anni, non soltanto principe consorte ma fedele puntello della donna e della sovrana. E da quel momento, da quel giorno del lutto, poco più di un anno fa che – come una vedova fra tante – Elisabetta ha cominciato piano piano a spegnersi.

 

Pur partecipando alla festa per il Giubileo di Platino, lo scorso luglio, pur affacciandosi per l’ultima volta al balcone di Buckingham Palace, prima di rifugiarsi in Scozia, a Balmoral, nel castello assai più amato di quanto lo fosse la dimora londinese, pare peraltro ormai malmessa nel suo infinito dedalo di stanze. Ma in quel palazzo Elisabetta era comunque arrivata da ragazzina e vi sarebbe tornata, anzi, vi sarebbe stata ricondotta d’improvviso, da principessa a regina, per la morte repentina del padre, Giorgio VI, a sua volta sovrano obtorto collo per colpa del fratello Edoardo, che rinunciò al trono infatuatosi di Wallis Simpson, americana ma soprattutto bis-divorziata con ex mariti ancora vegeti, stato incompatibile per la moglie di un re secondo i dettami della Chiesa anglicana.

Era destino dunque che Elisabetta dovesse prima o poi prendere in mano le redini del Paese, inatteso che lo facesse a soli 26 anni. È stato questo cammino, lungo sette decenni, ad identificare le sorti di un Paese con quelle di Lilibet, al di là degli stessi confini dell’isola, in tutto l’Occidente, in tutto il mondo.

A parte i suoi primi ministri, da Churchill alla Thatcher all’arruffone Johnson, regnante Elisabetta si sono succeduti sovrani, presidenti, Papi, il mondo è mutato nella sua geografia fisica e politica attraverso guerre o rivoluzioni. Di lei si può dire che – con la sua immagine assurta ad icona perfino nei souvenir meccanici del celebre saluto con la mano, pollice piegato verso il palmo e movimento semi rotatorio – sia sopravvissuta a tutto, perfino a quel nutrito drappello di inglesi che avrebbe preferito una repubblica piuttosto che una monarchia costituzionale ma che pure l’ha rispettata, ai guai che le hanno procurato le colonie, a quelli che non le hanno certo risparmiato in famiglia.

Già, perché anche nel privato Elisabetta ha avuto le sue gatte da pelare. Avrebbe dovuto essere abituata alla over-exposition dei media, la super-regina, visto che la sua era stata la prima incoronazione trasmessa in diretta dalla neonata televisione. Ma non avrebbe mai immaginato l’assalto famelico di paparazzi, telecamere, cacciatori di gossip, intervistatori del piccolo schermo che bramavano segreti piccanti su separazioni, divorzi, relazioni clandestine, “piedini” galeotti sulle spiagge, crociere hot. Su tutto l’infelice matrimonio di Carlo e la fine tragica di Diana, lei con un dolore che il mondo, forse ingeneroso, giudicò di maniera nonostante il nero del lutto ma che probabilmente non era del tutto inscenato. Per non dire dell’ultimo scandalo, quello di Andrea, un altro figlio divorziato in famiglia, coinvolto in una storiaccia di abusi sessuali.

Ma non sono state da meno, tra le preoccupazioni, quelle per Anna, la figlia amazzone che incontrava l’amante sui campi ostacoli, o per la sorella Margaret anche lei chiacchieratissima tra uno scotch e l’altro. Perfino il tradimento del nipote, autoesiliatosi, grazie a lauti patrimoni, dalla noiosa vita di corte. Lei, Lilibet, apparentemente una roccia di fronte a tutto questo, salda nel tener testa a un clan di semi scapestrati come i Windsor, così come a 150 milioni di sudditi. Tanto che nulla, o quasi, le saranno sembrate le dicerie su Filippo e i suoi pruriti fedifraghi anche perché il consorte tornava sempre a casa, a lamentarsi per i riscaldamenti troppo alti a nel regio palazzo. Quasi un secolo di questa storia, pubblica e privata, ha fatto di Elisabetta un personaggio storico e nulla sarà come prima anche per chi farà finta di non rimpiangerla. Nel “suo” Regno Unito e nel resto del mondo.

 

Ultimo aggiornamento: Venerdì 9 Settembre 2022, 13:24
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