Ravil Maganov, morto il vice presidente di Lukoil: «Precipitato dal sesto piano». Altro mistero in Russia

Secondo i media russi si trovava in cura per alcuni problemi al cuore e per la depressione. Si unisce a una lunga lista di morti eccellenti, che aumentano il mistero

Ravil Maganov, morto il vice presidente di Lukoil: «Precipitato dal sesto piano». Altro mistero in Russia

di Valerio Salviani

Ravil Maganov è morto giovedì a Mosca, dopo essere precipitato dal sesto piano del Central Clinical Hospital. Il presidente del Consiglio di amministrazione e vicepresidente di Lukoil, 67 anni, è caduto da una finestra ed è morto sul colpo. La notizia è stata confermata dalla stessa compagnia petrolifera con un comunicato, nel quale però si è fatto riferimento a una «grave malattia» e nessun accenno alle circostanze che hanno portato alla morte.

 

Il comunicato di Lukoil

«Siamo profondamente rattristati nell'annunciare che Ravil Maganov, presidente del Consiglio di Amministrazione di Pjsc Lukoil, è morto dopo una grave malattia. Ravil Ulfatovich ha dato un contributo inestimabile non solo allo sviluppo della Società, ma all'intera industria petrolifera e del gas russa. Le molte migliaia di dipendenti di Lukoil sono profondamente rattristate per questa dolorosa perdita, e esprimono le loro sincere condoglianze alla sua famiglia», si legge. Non è specificato di quale malattia soffrisse Maganov. Secondo il sito d'informazione "Mash", il manager era in cura per problemi al cuore e una forma di depressione. L'agenzia di stampa "Tass" parla di un infarto.

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Il giallo sulla morte

Ravil Maganov si aggiunge a una lunga lista di personaggi d'influenza morti in Russia negli ultimi mesi in circostanze sospette. Lukoil è la prima azienda petrolifera del Paese, che opera a stretto contatto con il Cremlino. Nonostante ciò, non aveva esitato a dichiararsi (per voce del Cda presieduto proprio da Maganov) contraria alla guerra in Ucraina. La compagnia aveva chiesto con un comunicato «la rapida fine del conflitto armato» in Ucraina e si era detta «vicina a tutte le vittime».

Una posizione che non aveva fatto piacere a Vladimir Putin. «Lukoil, in tutte le sue attività, aspira a contribuire alla pace, alle relazioni internazionali, ai legami umanitari», continuava il comunicato. 

 

Chi era Maganov

Maganov era in Lukoil dal 1993, entrato poco tempo dopo la nascita dell'azienda. Nel 2020, dopo una lunga ascesa, era diventato presidente del Consiglio di amministrazione. Era il braccio destro dell'oligarca Vagit Alekperov, che ad aprile aveva lasciato la guida di Lukoil a causa delle sanzioni occidentali, comminate per la sua vicinanza a Putin. Nel 2019 il presidente russo aveva premiato Maganov con una medaglia al merito conferita ai dipendenti pubblici con 20 o più anni di servizio. Sua moglie Fania è direttrice di una scuola di lingua inglese ad Almetyevsk (Russia centrale) mentre suo figlio Ravil è un pilota di auto da corsa.

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Gli altri incidenti sospetti

La morte di Maganov si aggiunge a una lunga lista di morti, che si possono quanto meno definire sospette. Diversi uomini di potere sono deceduti da febbraio in Russia, ossia da quando è cominciata l'operazione militare in Ucraina. Il primo era stato Leonid Shulman, capo del servizio trasporti di Gazprominvest, trovato suicida nella vasca da bagno. Stesso destino toccato a Aleksandr Tyuliakov, dirigente di Gazprom. E ancora, Mikhail Watford, uomo d'affari di origine ucraina, Vasily Melnikov, anche lui businessman rinomato. Vladislav Avayev, ex vicepresidente di Gazprombank, ucciso con moglie e figlia. Sergey Protasenya, morto in Spagna, era dirigente di Novatek. Andrej Krukovskij, manager della stazione di sci di proprietà di Gazprom a Sochi, è morto dopo una caduta mentre percorreva un sentiero. L'ultimo in ordine di tempo era stato Dan Rapoport, finanziere che aveva criticato Putin. È precipitato da un palazzo a Washington, il 14 agosto scorso. 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 2 Settembre 2022, 21:30
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