Qatargate, la denuncia choc del legale di Eva Kaili: «Torturata come nel Medioevo»

L'ex vicepresidente del Parlamento Europeo sarebbe stata tenuta per due giorni in isolamento, al freddo, e senza possibilità di lavarsi o dormire, "come nel Medioevo"

Qatargate, la denuncia choc del legale di Eva Kaili: «Torturata come nel Medioevo»

di Niccolò Dainelli

«È una tortura». Il legale di Eva Kaili lo ripete a più riprese. «Da mercoledì 11 gennaio a venerdì 13 gennaio Eva Kaili è stata in isolamento su ordine del giudice istruttore Michel Claise. Per 16 ore è stata in una cella di polizia, non in prigione, e al freddo. Le è stata negata una seconda coperta. Questa è tortura». Questa la denuncia choc dell'avvocato dell'ex vicepresidente del Parlamento EuropeoMikhalis Dimitrakopoulos, al termine della camera di consiglio al Palais de Justice di Bruxelles.

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 «Come nel Medioevo»

 

«La luce - continua Dimitrakopoulos - è stata accesa in continuazione, e non ha potuto dormire. Questa è tortura. Era indisposta, con un abbondante sanguinamento, senza potersi lavare. Questa è tortura. Eva Kaili è accusata, ma esiste sempre la presunzione di innocenza. Siamo in Europa: questi atti violano la Convenzione Europea dei diritti dell'uomo, questi anni purtroppo sono il Medioevo. Vi prego di pubblicare tutto questo. Spero in un processo equo: siamo in Europa», conclude.

I motivi dell'isolamento

Circa i motivi per i quali Kaili è stata messa in isolamento, spiega l'altro legale della donna, André Rizopoulos, «per il momento la difesa non ha altra pista che dire che le autorità giudiziarie hanno trovato che l'isolamento fosse un buon modo per evitare non so che cosa, mentre Panzeri stava negoziando la sua procedura di pentimento. Non ho altri elementi che il fatto che vedere questi due eventi svolgersi in parallelo. Me ne sono reso conto in seguito. Se è così, lo trovo piuttosto scioccante». In Belgio, continua, «la messa in isolamento è estremamente rara, la si usa nei crimini di mafia: se è motivata unicamente per proteggere non so bene cosa.

Io non ero lì: ero solo in audizione. Quando mi hanno detto 'bisogna assolutamente che lei rimanga alla Polizia federale, perché c'è un'altra audizione', l'unica cosa che ho potuto dire è che è una possibilità legale restare a dormire lì, ma è molto eccezionale. Ma l'indomani mattina non è successo nulla di particolare».

«Trattamenti inumani»

Alla domanda se la difesa intenda sporgere denuncia Rizopoulos spiega che «sulle iniziative legali che si possono prendere, parto dall'ipotesi che ogni attore della scena giudiziaria svolga il suo ruolo lealmente. Parto da questa assunzione, perché sennò non potrei fare il mio mestiere correttamente. Prima di sporgere denuncia per trattamenti inumani e degradanti, voglio sapere che cosa è successo davvero. Lo sapremo, perché le inchieste divengono trasparenti. Non lo sono all'inizio, ma lo diventano. Vedremo. Per ora agiamo come se ogni attore della vicenda giudiziaria agisse in un quadro di lealtà. Sono rimasto molto sorpreso dello sviluppo delle operazioni la settimana scorsa e per il fatto di non vedere nel dossier, messo a nostra disposizione se non due giorni prima della camera di consiglio, elementi che lo giustificassero», ha concluso.


Ultimo aggiornamento: Domenica 19 Marzo 2023, 00:53
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