Qatargate, la procura federale: «Eva Kaili resta in carcere». L'accusa dell'ex assistente: «Viaggi privati con fondi pubblici»

La procura federale conferma che l'ex vicepresidente del Parlamento europeo resterà in carcere per almeno un mese

Qatargate, la procura federale: «Eva Kaili resta in carcere». L'accusa dell'ex assistente: «Viaggi privati con fondi pubblici»

di Niccolò Dainelli

Il caso Qatargate continua a scuotere la politica europea. Mentre in Italia Giuseppe Conte invita i parlamentari italiani a non prendere soldi da Stati stranieri, dalla procura federale arriva la notizia che Eva Kaili, ex vicepresidente del Parlamento europeo, resterà in carcere. Dal Belgio arriva la notizia che la donna, detenuta dal 9 dicembre scorso, dovrà restare in carcere per almeno un mese. 

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Kaili, l'ex assistente: viaggi privati con fondi pubblici

«Eva Kaili è andata negli Stati Uniti per due volte con i soldi del Centro di Uguaglianza di Genere di Atene, finanziato dall'Eurocamera, solo per scopi personali». Così al Tg4 la sua ex assistente Sofia Mandilara che ha lavorato per l'ex vicepresidente del Parlamento europeo dal 2013 al 2014. L'ex assistente ha raccontato alle telecamere di Mediaset inoltre di «non essere rimasta sorpresa del fatto che la sorella di Eva Kaili sia stata chiamata in causa. Infatti già nel 2013, pur non essendo autorizzata ad assumere sua sorella o parenti, la nominò direttore delle Relazioni Internazionali del Centro», spiega Mandilara riferendosi all'assunzione di Mantalena Kaili al Centro di Uguaglianza di Genere di Atene nel 2013.

Avvocato Kaili: «Non faremo ricorso»

Eva Kaili non ricorrerà in appello contro la decisione dei giudici della Camera di consiglio del tribunale di Bruxelles di confermare la custodia in carcere dell'ex presidente del Parlamento Europeo. Lo ha fatto sapere uno dei suoi avvocati, il greco Mihalis Dimitrakopoulos. I giudici hanno respinto oggi la richiesta di libertà con braccialetto elettronico e hanno prolungato di un mese la detenzione di Kaili. 

Conte: «Niente soldi dagli altri Paesi»

 

«I parlamentari italiani sono già ben retribuiti dagli italiani e debbono perorare esclusivamente l'interesse nazionale. Non devono fare i consulenti o i promoter per Paesi che non siano il nostro. Sarò più chiaro: molto semplicemente i parlamentari non devono più ricevere né un euro né prestare consulenze per Stati stranieri. La funzione pubblica, come recita l'articolo 54 della Costituzione, non deve essere un trampolino di lancio per un carrierismo parallelo». Così Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5Stelle, ha parlato in un'intervista al settimanale TPI.

Congelato il terreno

Eva Kaili continua a dichiararsi innocente, ma un procuratore della Corte Suprema greca ha ordinato il congelamento di un terreno sull'isola di Paros acquistato dall'ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili assieme al compagno, Francesco Giorgi, nell'ambito dell'indagine per riciclaggio di denaro portata avanti dalle autorità greche sulle attività della coppia. Come riportato dal sito di Kathimerini, assieme al terreno è stato congelato anche il conto corrente utilizzato per il suo acquisto. Nei giorni scorsi l'avvocato dell'eurodeputata socialista, Michalis Dimitrakopoulos, aveva ribadito che l'acquisto della proprietà a Paros era in regola sotto ogni punto di vista e che il denaro utilizzato per comprarla proveniva dal legittimo reddito della politica greca.

E adesso i legali di Kaili tornano all'attacco.

«Mai vista una fuga di notizie simile»

«Non ho mai visto una fuga di notizie di questa portata e una tale violazione frontale del segreto istruttorio, non sono l'unico a pensarlo, il procuratore federale ha avviato un'inchiesta a riguardo». Lo ha detto l'avvocato di Eva Kaili, André Rizopoulos, al termine dell'udienza davanti alla camera di consiglio. «Non faremo alcuna altra dichiarazione perché è pregiudizievole sia per la difesa della signora Kaili sia per l'accertamento della verità in un dossier di questa natura e non farebbe piacere a nessuno», ha spiegato il legale, ribadendo che «non è evidentemente il caso di perorare nuovamente quello che abbiamo già chiesto davanti alla presidente della camera di Consiglio in un momento in cui il destino della signora Kaili è per il momento nelle mani della giustizia belga». La presidente della camera di Consiglio, ha aggiunto, «è la sola che prenderà la decisione sulla base di quanto detto». 


Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Marzo 2023, 21:45
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