Putin, mandato di arresto dalla Corte dell'Aja: «Deportati migliaia di bimbi ucraini». Ma per Medvedev è «carta igienica»

Insieme a Putin, il mandato di arresto è rivolto anche a Alekseyevna Lvova-Belova, commissaria per i diritti dei bambini presso il Cremlino

Putin, mandato di arresto dalla Corte dell'Aja: «Deportati migliaia di bimbi ucraini». Ma per Medvedev è «carta igienica»

di Paolo Travisi

La Corte penale internazionale dell'Aja ha emesso un mandato di arresto contro il presidente russo Vladimir Putin, perché sarebbe «responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di bambini e di trasferimento illegale di bambini dalle zone occupate dell'Ucraina alla Russia». Lo si legge nel comunicato della stessa Corte.

Ragazzino di 13 anni in carcere per 45 giorni: choc in Australia. «Detenzione eccessiva e crudele»

Due arresti

Oltre a Putin, un altro mandato di arresto è stato spiccato nei confronti di Maria Alekseyevna Lvova-Belova, commissaria per i diritti dei bambini presso il Cremlino. I reati sarebbero stati commessi nel territorio occupato ucraino almeno a partire dal 24 febbraio 2022.

Arriva dunque a una clamorosa svolta l’inchiesta avviata poche settimane dopo l’invasione dell'Ucraina. In sostanza, il presidente russo è accusato di aver deportato migliaia di bambini ucraini in Russia, stessa accusa, per Maria Lvova-Belova, commissaria di Mosca per i diritti dei bambini. I tre giudici della Corte internazionale,  l’italiano Rosario Aitala, la giapponese Tomoko Akane e il costaricano Sergio Ugalde, hanno accolto le richieste del procuratore Karim Khan.

Presidente della Corte

«I giudici della Corte penale internazionale hanno esaminato i documenti e le prove raccolte dal procuratore e hanno stabilito che c'erano accuse credibili contro queste due persone», Vladimir Putin e Maria Alekseyevna Lvova-Belova. «La Cpi sta facendo la sua parte di lavoro, i giudici hanno emesso i mandati d'arresto. La loro esecuzione dipende dalla collaborazione internazionale», è quanto ha dichiarato in un video il presidente della Cpi, giudice Piotr Hofmański, annunciando la decisione odierna della II Camera preliminare.

 

Bambini deportati

Secondo quanto accertato dai giudici, Maria Lvova-Belova avrebbe ordinato l’invio degli adolescenti e dei bambini nelle strutture controllate da Mosca sin dalle prime settimane dopo l’invasione dell’Ucraina e nel maggio 2022, Putin ha firmato un decreto per rendere subito operative le procedure per far ottenere agli ucraini la cittadinanza russa.

I bambini ucraini deportati sarebbero stati inviati nei campi di rieducazione russi e poi affidati alle famiglie per l’adozione definitiva.

La replica di Mosca

«La Corte penale internazionale ha emesso un mandato d'arresto contro Vladimir Putin. Non c'è bisogno di spiegare DOVE dovrebbe essere usato questo documento». Lo scrive su Twitter il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, aggiungendo l'emoji della carta igienica.

«Le decisioni della Corte Penale internazionale non hanno significato per il nostro paese, anche da un punto di vista legale». Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zacharova, che ha ricordato che Mosca non ha aderito allo statuto di Roma del Cpi e quindi non ha nessun obbligo nei suoi confronti.

Il commento di Kiev

«È solo l'inizio». Così il capo dell'ufficio della presidenza ucraina, Andiy Yermak, commenta su Twitter il mandato d'arresto della Corte Penale internazionali nei confronti del presidente russo Vladimir Putin. «Una decisione storica». Così il procuratore generale dell'Ucraina, Andrij Kostin, ha commentato su Twitter il mandato d'arresto emanato dalla Corte penale internazionale contro il presidente russo Vladimir Putin. «Sono personalmente grato al procuratore della Cpi Karim Khan per questa storica decisione. Continuiamo la stretta collaborazione con la Cpi nei casi di deportazione forzata di bambini ucraini. Oltre 40 volumi di fascicoli, più di 1000 pagine di prove già condivise con la Corte», ha scritto su Twitter.


Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Marzo 2023, 07:35
© RIPRODUZIONE RISERVATA