Emarginato dall'Occidente, sfiduciato da molti in Russia e adesso allontanato anche dagli alleati. Il mondo di Vladimir Putin è stato stravolto dalla guerra in Ucraina. Doveva essere un'operazione semplice, ma si sta trasformando in un lungo "De profundis" dello zar.
L'ultimo episodio arriva dalla conferenza dall'Otsc, il comitato simile alla Nato formato dai sei Paesi post-sovietici Russia, Bielorussia, Armenia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan. I leader degli stati membri si sono incontrati a Yerevan e il padrone di casa, il presidente armeno Nikol Pashinyan, ha rotto il fronte interno decidendo di non firmare la bozza di dichiarazione finale. Un atto simbolico, che accentua l'isolamento attuale di Putin.
Cosa è successo
Il clima di tensione tra Russia e Armenia si è avvertito sin dalle prime ore, quando per la foto di rito, Pashinyan ha vistosamente scansato Putin. Il presidente armeno dice qualcosa a Japarov (presidente del Kirghizistan) e si allontana dal collega di Mosca. Poi si mette in posa per i fotografi, che immortalano la scena. Un gesto notato da Putin, che prova a fare finta di niente. L'imbarazzo però è evidente. La tensione è continuata nelle ore successive, fino a raggiungere il suo culmine, quando seduti alla tavola rotonda e pronti a firmare la dichiarazione finale, gli altri capi di stato restano senza parole per il passo indietro di Pashinyan.
Il presidente armeno ha deciso che non firmerà l'accordo che era stato trovato a fatica. Putin butta via la penna in gesto di stizza, mentre Lukashenko (fedelissimo e amico del capo russo) sembra restare senza parole. Nella conferenza stampa di chiusura Putin ha provato a smorzare il caso: «Raramente è possibile raggiungere un accordo su tutte le questioni, ma nel complesso il lavoro è stato molto intenso e utile». Ma la rottura è evidente e accentua le difficoltà di Putin con gli alleati. Recentemente anche la Cina si è mostrata reticente verso Mosca.
Perché l'Armenia scarica la Russia
La rottura tra Armenia e Russia (seppur i legami economici restano ben saldi al momento) non è di certo una sorpresa e ha un motivo ben preciso.
Un immobilismo dovuto soprattutto alla guerra in Ucraina, che non permetteva al Cremlino di impiegare nuove risorse preziose altrove. Tanto che l'Azerbaigian è riuscito a colpire per la prima volta all'interno dei confini armeni. L'articolo 4 del trattato Otsc stabilisce (come per la Nato) che un attacco a un membro sarà considerato un attacco a tutti e obbliga gli altri membri a fornire supporto militare. Ma questo patto i russi sono venuti meno, scatenando le ire degli armeni.
Nikol Pashinyan refused to sign a declaration following the Collective Security Treaty Organization (CSTO) summit.
— Anton Gerashchenko (@Gerashchenko_en) November 24, 2022
In fact, it means that the CSTO has collapsed completely.
Putin dropped his pen, Lukashenko is shocked. pic.twitter.com/lqPwusW4Gi
Oh my. Look at the prime minister of Armenia Pashinyan going out of his way to stand as far as possible from Putin. And Putin knows it, too. Insult to the injury, this is at the gathering of the supposedly Russia-led security bloc. pic.twitter.com/KNCWjKNAHV
— Bakhti Nishanov (@b_nishanov) November 23, 2022
Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Marzo 2023, 18:38
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