Alla fine il discorso c’è stato e ha confermato le previsioni più fosche. Vladimir Putin minaccia una escalation del conflitto in Ucraina e chiama i russi a una mobilitazione, anche se limitata a trecentomila riservisti, a sostegno dell’operazione militare in corso. Mosca - ha tuonato il capo del Cremlino - deve tenere testa a un Occidente che vuole «distruggere la Russia» e pertanto si rende necessario «usare ogni mezzo a disposizione» per impedirlo. Un accenno neanche troppo velato al possibile uso di armi nucleari.
«Non sto bluffando», ha sottolineato il presidente russo in un discorso alla nazione atteso e rinviato per ore, che conferma i timori di un salto di qualità dello scontro con la Nato. Immediate sono arrivate infatti le reazioni di condanna da parte del fronte occidentale. «Quelle di Putin sono minacce spericolate e irresponsabili», ha accusato il presidente Usa Joe Biden intervenendo all’Assemblea generale dell’Onu, mentre l’Ue parla di «una prova ulteriore che Putin non è interessato alla pace ma a un’escalation». Allo stesso tempo, ha sottolineato il portavoce del Servizio di Azione Esterna europea Peter Stano, «si tratta di un segnale chiaro di disperazione» dopo i rovesci militari in Ucraina. Proprio Kiev ha invece minimizzato la portata delle minacce di Putin: secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, infatti, non rappresenta «nulla di nuovo» e «Mosca non userà le armi nucleari».
Ma le reazioni per certi versi più inattese - dopo il silenzio imposto dalla censura e dalle dure leggi repressive in questi mesi - sono arrivate a Putin proprio dai suoi connazionali.
Ultimo aggiornamento: Sabato 24 Settembre 2022, 19:53
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