Il pugno di Putin: «Useremo ogni mezzo per difenderci». Mobilitati 300mila riservisti

Il pugno di Putin: «Useremo ogni mezzo per difenderci». Mobilitati 300mila riservisti

di Claudio Fabretti

Alla fine il discorso c’è stato e ha confermato le previsioni più fosche. Vladimir Putin minaccia una escalation del conflitto in Ucraina e chiama i russi a una mobilitazione, anche se limitata a trecentomila riservisti, a sostegno dell’operazione militare in corso. Mosca - ha tuonato il capo del Cremlino - deve tenere testa a un Occidente che vuole «distruggere la Russia» e pertanto si rende necessario «usare ogni mezzo a disposizione» per impedirlo. Un accenno neanche troppo velato al possibile uso di armi nucleari.
«Non sto bluffando», ha sottolineato il presidente russo in un discorso alla nazione atteso e rinviato per ore, che conferma i timori di un salto di qualità dello scontro con la Nato. Immediate sono arrivate infatti le reazioni di condanna da parte del fronte occidentale. «Quelle di Putin sono minacce spericolate e irresponsabili», ha accusato il presidente Usa Joe Biden intervenendo all’Assemblea generale dell’Onu, mentre l’Ue parla di «una prova ulteriore che Putin non è interessato alla pace ma a un’escalation». Allo stesso tempo, ha sottolineato il portavoce del Servizio di Azione Esterna europea Peter Stano, «si tratta di un segnale chiaro di disperazione» dopo i rovesci militari in Ucraina. Proprio Kiev ha invece minimizzato la portata delle minacce di Putin: secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, infatti, non rappresenta «nulla di nuovo» e «Mosca non userà le armi nucleari».
Ma le reazioni per certi versi più inattese - dopo il silenzio imposto dalla censura e dalle dure leggi repressive in questi mesi - sono arrivate a Putin proprio dai suoi connazionali.

In una ventina di città russe si sono tenute manifestazioni di protesta, che sono state subito disperse dalla polizia. In serata l’ong Ovd-Info ha fornito un bilancio parziale di oltre quattrocento fermi in tutto il Paese. Dal carcere dove è rinchiuso, il principale oppositore di Putin, Alexei Navalny, ha parlato di «un’enorme tragedia», mentre il suo staff promette che «sosterrà ogni forma di protesta», fornendo anche assistenza legale ai renitenti. Il timore, soprattutto tra i giovani, è che la mobilitazione parziale sia solo un primo passo per arrivare a uno stato di guerra vero e proprio, anche se il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha escluso per ora la proclamazione della legge marziale. E il ministro della Difesa Serghei Shoigu ha precisato che la mobilitazione riguarda finora trecentomila riservisti con esperienza e preparazione militare, su un totale di ben 25 milioni. Una «mobilitazione parziale», dunque, ma necessaria - ha aggiunto Shoigu - perché «combattiamo non solo con l’Ucraina ma con tutto l’Occidente». Un conflitto in cui, per diretta ammissione dello stesso capo della diplomazia di Mosca, la Russia ha già perso quasi seimila uomini.


Ultimo aggiornamento: Sabato 24 Settembre 2022, 19:53
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