Scarlett Johansson chiede libertà per Patrick Zaki: «Il loro unico crimine è stato lottare per la dignità»

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di Nico Riva

«Far sentire la propria voce in Egitto, oggi, è pericoloso». Ecco perché Scarlett Johansson scende in campo e mette a disposizione la sua per difendere i diritti umani e chiedere la scarcerazione di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'Università di Bologna ingiustamente detenuto in Egitto da dieci mesi. L'attrice newyorkese, conosciuta in tutto il mondo anche e soprattutto per il suo ruolo di Black Widow nella serie Marvel degli Avengers, ha deciso di mettere la sua faccia al servizio della causa di Patrick e degli altri tre membri della Ong umanitaria EIPR arrestati in Egitto come oppositori politici. Per restituire la libertà rubata a Patrick e ai suoi compagni, è necessario anche l'aiuto di una supereroina. 

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«Questi uomini hanno speso la loro vita combattendo contro l'ingiustizia. E ora si trovano dietro le sbarre. Devono affrontare accuse false, che potrebbero costargli molti anni in prigione. Infatti, il loro unico crimine è stato quello di lottare per la dignità degli egiziani», denuncia Scarlett Johansson in un video diffuso su YouTube. «L'organizzazione non governativa EIPR (Iniziativa egiziana per i diritti personali) ha lavorato instancabilmente e coraggiosamente per anni, in prima linea, per proteggere e difendere i più vulnerabili, per riformare il sistema giudiziario criminale e corrotto che genera il caos nelle vite delle persone innocenti. E per dire basta alla pena di morte». 

L'attrice ricorda i quattro uomini della Ong EIPR, ingiustamente catturati e detenuti, e le condizioni disumane in cui sono stati posti: senza coperte in celle gelate, impossibilità di ricevere visite dei propri familiari, torture da parte dei poliziotti. «Sono sbalordita dal coraggio di questi uomini, che svolgono il loro lavoro in difesa dei diritti umani fino a pagare un prezzo personale così alto. Loro rappresentano il valore e lo splendore di tanti egiziani. Un governo veramente democratico onorerebbe questi uomini, invece di incarcerarli. Loro sono il meglio di noi.

Il lavoro di EIPR è una luce brillante per la democrazia e la libertà, non solo in Egitto ma per la gente di tutto il mondo. Oggi, mi unisco agli egiziani e a chiunque nel mondo chieda l'immediato rilascio di Gasser, Karim, Mohamed e Zaki». 

Karim Ennarah responsabile dell’unità di giustizia penale, il direttore amministrativo Mohamed Bashir, Gasser Abdel Razek (direttore esecutivo) sono stati arrestati a novembre. Patrick, invece attende la sua scarcerazione da molto più tempo: arrestato a inizio febbraio, Patrick si trova nel carcere di Tora (Il Cairo), uno dei più pericolosi e duri che esistano, dal 5 marzo. Durante l'udienza dello scorso 21 novembre, la permanenza in carcere di Patrick è stata rinnovata per altri 45 giorni: il ricorso della difesa è stato ancora una volta respinto. Patrick Zaki rischia fino a 25 anni di prigione per alcuni post su Facebook, considerati sovversivi dal governo egiziano, che lo accusa di “incitamento alla protesta” e “istigazione a crimini terroristici”.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 2 Dicembre 2020, 12:59
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