«Non mandatelo in carcere», difende il fidanzato in tribunale ma un anno dopo la uccide di botte

«Non mandatelo in carcere», difende il fidanzato in tribunale ma un anno dopo la uccide di botte

di Alessia Strinati
Aveva protetto il suo compagno, ma lui la uccide. Alexandra Shaposhnikova, una giovane di 20 anni della Russia, è stata uccisa dal suo fidanzato coetaneo, Oleg Myshadaev, dopo essere stata brutalmente pestata. La ragazza aveva già subito violenze e aveva chiesto al giudice di non mandarlo in carcere, ma il suo perdono e l'indulgenza le sono costate la vita.

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Il 20enne aveva già aggredito la fidanzata in passato, picchiandola fino al punto di staccarle un pezzo del naso. Una violenza che gli era valsa un processo durante il quale però Alexandra aveva chiesto che non fosse condannato, che tutto era nato da qualche bicchiere di troppo e che non sarebbe più successo nulla. Il magistrato ha accolto la richiesta della giovane ma un anno dopo l'uomo è tornato a picchiarla, questa volta però fino al punto di ucciderla. La ragazza è stata trovata priva di vita nel loro appartamento.

Secondo quanto riporta Metro il fidanzato l'avrebbe colpita con un'asta da biliardo fino ad ucciderla. Alexandra è morta a causa del grave trauma cranico, ma il suo corpo è rimasto due giorni nascosto nel bagno di casa, fino a quando i vicini non hanno lanciato l'allarme. Al momento dell'aggressione il 20enne sarebbe stato ubriaco, proprio come era accaduto un anno fa. Non si conoscono i motivi che possano aver fatto scattare la lite, pare che Oleg fosse molto geloso.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 18 Febbraio 2019, 17:57
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