Nizza, il killer aveva un documento della Croce Rossa Italiana. «Al fratello inviò la foto di Notre-Dame»

Nizza, il killer aveva un documento della Croce Rossa Italiana. «Al fratello inviò la foto di Notre-Dame»

Il giorno prima di uccidere tre persone a Nizza nella basilica di Notre-Dame, il 21enne tunisino Brahim Aoussaoui ha mandato una foto della basilica stessa al fratello, dicendogli di «voler passare la notte davanti alla basilica». Lo ha detto proprio il fratello, che vive in Tunisia, ad Al Arabiya.

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La famiglia dell'assalitore, che ieri ha ucciso tre persone - due decapitate, l'altra morta per le ferite alla gola dopo essere fuggita in un bar - ha confermato che «quello che abbiamo visto nelle immagini è lui, il nostro figlio». «Mi telefonò non appena arrivato in Francia», ha spiegato la madre. Un vicino di casa ha detto che prima di abbandonare il Paese «aveva fatto diversi lavori».

Il killer era arrivato nella città francese mercoledì in treno da Parigi. Secondo quanto riferito dal procuratore antiterrorismo francese, Jean-Francois Ricard, il giovane, che aveva con sè un documento della Croce rossa italiana, è stato ripreso dalle telecamere a circuito chiuso della stazione di Nizza, dove si è cambiato ieri mattina prima di raggiungere la chiesa di Notre Dame, a 400 metri di distanza, e di compiere l'attacco. Originario del villaggio di Sidi Omar Bouhajla, poi trasferitosi con la famiglia a Sfax, Aouissaoui era arrivato a bordo di un barchino a Lampedusa il 20 settembre scorso. Trasferito sulla nave Rapsody dove aveva fatto la quarantena, era sbarcato a Bari l'8 ottobre. 

La Tunisia ha fermamente condannato l'attacco terroristico e la procura antiterrorismo della capitale ha aperto un'indagine per fare chiarezza sui contatti e la vita di Aoussaoui in Tunisia.

Alcuni familiari sarebbero già stati sentiti dagli inquirenti. Ieri il deputato di Nizza Eric Ciotti ha spiegato che Brahim era arrivato in Francia dopo essere sbarcato a Lampedusa, e ha chiesto lo stop ai flussi migratori con l'Italia.

FERMATO UN UOMO CHE AVEVA LEGAMI CON LUI Un uomo di 47 anni, sospettato di aver avuto contatti con l'aggressore che ha ucciso ieri 3 persone nella basilica di Notre-Dame-de-l'Assomption a Nizza, è stato posto in stato di fermo ieri sera. Lo si apprende stamattina da fonti giudiziarie, che invitano alla prudenza sulla natura dei rapporti fra i il terrorista e il fermato. Il tunisino Brahim Aoussaoui, 21 anni, continua ad essere in prognosi riservata in ospedale, dopo un'operazione subita ieri dopo che i poliziotti accorsi nella cattedrale hanno aperto il fuoco su di lui. 

DEPUTATO CIOTTI: "SERVE UNA GUANTANAMO FRANCESE" «Serva una Guantamano francese per i più pericolosi». La proposta è arrivata dal deputato dei Repubblicani Eric Ciotti, eletto nella circoscrizione dove si trova Nizza, parlando dell'attacco di ieri nella città francese. «Serve una detenzione amministrativa per quelli che sono schedati - ha affermato - Si sa che sono pericolosi e si li lascia in libertà di minacciare nel Paese. Bisogna metterli in condizione di non nuocere, isolarli».

Ciotti, resosi conto delle polemiche che potrebbe suscitare, ha poi precisato però che quella della Guantanamo francese «è un'immagine», piuttosto serve «una detenzione amministrativa, isolare le persone pericolose: non è una questione di dove metterle, che sia la Francia o altrove, bisogna impedire loro di agire». Gli Stati Uniti, ha ricordato infine, «lo hanno fatto dopo gli attacchi dell'11 settembre e hanno ottenuto dei risultati che non abbiamo ottenuto».  


Ultimo aggiornamento: Venerdì 30 Ottobre 2020, 15:35
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