Molestie sessuali, si dimette in Gran Bretagna il ministro della difesa Fallon. E spunta la "lista della vergogna": 36 deputati e i loro vizietti

Molestie sessuali, si dimette in Gran Bretagna il ministro della difesa Fallon. E spunta la "lista della vergogna": 36 deputati e i loro vizietti
LONDRA - Il ministro della Difesa britannico, Michael Fallon, si è dimesso sull'onda delle accuse di molestie sessuali e comportamenti impropri che lo hanno toccato assieme ad altri esponenti conservatori e membri del governo di Theresa May. Lo riferisce la Bbc. Richieste di dimissioni sono arrivate per il numero due del governo, Damian Green, investito da accuse di presunte molestie.



E arrivano dall'interno del Partito Conservatore per bocca di Anna Soubry, deputata e già viceministro sotto David Cameron. Soubry, intervistata da SKyNews, riferisce che il caso è stato sicuramente riportato al Consiglio di Gabinetto e che May darà corso a un'indagine interna, ma aggiunge che "in circostanze normali la persona andrebbe sospesa".

"E' in una posizione difficile? Sì lo é", prosegue la deputata 'ribelle' Tory. "Personalmente - incalza - io direi che in presenza di una investigazione ci deve essere qualche meccanismo in base al quale ti devi dimettere, devi farti da parte e lasciare l'incarico fino alla conclusione dell'indagine". D'opinione opposta Margot James, sottosegretaria in carica all'Industria, secondo la quale è invece prematuro parlare di dimissioni. Anche se "la questione è ovviamente nella mani del primo ministro".

Fallon era già uscito allo scoperto scusandosi ripetutamente per aver palpeggiato il ginocchio della giornalista Julia Hartley-Brewer, fino a quando lei non ha minacciato di «dargli un pugno in faccia». L'episodio risale al 2002 ed evidentemente, sulla scia dello scandalo sessuale che ha travolto Harvey Weinstein, Fallon ha preferito giocare d'anticipo. La stessa giornalista coinvolta ha detto che si trattò di un episodio di scarsa importanza e che tutto si concluse all'epoca. Ma ora in questo clima innescato dallo scandalo Weinstein e da quella che viene chiamata in Inghilterra la «lista della vergogna», è costato invece il posto di ministro a Fallon. 

La lista contiene i nomi di 36 deputati conservatori (tra loro ci sono ministri e sottosegretari) e le relative "cattive abitudini". Le descrizioni spaziano dal «comportamento inappropriato con assistenti donne» a quello altrettanto inappropriato con «assistenti maschi» al «perennemente ubriaco». A compilarla sono stati le assistenti e gli assistenti parlamentari dei Tories, stanchi di subire in silenzio molestie e veri e propri atti di perversione. La lista, che ha iniziato a circolare in ambienti parlamentari, è finita in mano anche ai media inglesi e, sebbene i nomi siano per il momento stati oscurati, l'identità di alcuni degli interessati non è più un segreto.


Tra i nomi eccellenti emerge anche quello di Damian Green, ministro del Lavoro e delle Pensioni e stretto collaboratore della premier, che secondo la lista sarebbe un utente del sito di appuntamenti Ashley Madison. A fare il suo nome è MailOnline, che rivela anche che almeno nove degli esponenti Tory che compaiono nell'elenco avrebbero avuto delle relazioni con membri del loro staff o con altri parlamentari. Green è accusato anche da un'attivista del partito, Kate Maltby, che ha rivelato al Times di essere stata palpeggiata in un pub dal vice di May. Rivelazioni che lui smentisce come «completamente false», facendo sapere alla Bbc di voler dare querela. 

Sempre secondo la lista della vergogna, un deputato conservatore avrebbe costretto la propria assistente ad abortire, mentre un altro suo collega avrebbe «pagato le donne per stare zitte» e non rivelare la portata delle molestie subite.

Un altro esponente conservatore, secondo il campionario di scorrettezze e perversioni esposto dagli assistenti ribelli, sarebbe stato ripreso in video mentre si faceva urinare addosso da tre uomini, mentre a un altro piace andare con le prostitute per compiere «atti strani» e un altro ancora ha un debole per gli uomini con profumi da donna.

Caso già noto da qualche giorno è invece quello di Mark Garnier, sottosegretario al Commercio Estero, che aveva l'abitudine di mandare la propria assistente parlamentare a comprare dei sex toys.

Ce n'è abbastanza per oscurare l'altro grande scandalo dei rimborsi e delle note spese, che nel 2009 fece tremare l'allora governo laburista di Gordon Brown.
La premier May, già in difficoltà per lo stallo nel quale versa il negoziato con Bruxelles per la Brexit, attraverso un portavoce ha detto di avere «fiducia nel governo e nei suoi ministri». Ma la "lista della vergogna" traccia un quadro impietoso di un esecutivo che, in alcuni suoi membri, invece di dedicarsi al difficile passaggio storico che il Regno Unito si trova ad attraversare, preferisce dedicarsi a ben altro. In base alla lista il sito Guido Fawkes è riuscito a ricostruire che al suo interno vi sono: 2 ministri di peso accusati di comportamenti inappropriati verso le donne; 18 ministri e sottosegretari accusati di varie forme di comportamenti sessuali inappropriati; 12 deputati accusati di comportamenti scorretti verso le proprie assistenti donne; 2 deputati accusati di comportamenti scorretti verso assistenti maschi.

 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Novembre 2017, 22:47
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