Diffonde le telefonate col capo per dimostrare le molestie sessuali: condannata per «violazione di decenza»

Diffonde le telefonate col capo per dimostrare le molestie sessuali: condannata per «violazione di decenza»

di Simone Pierini
La massima corte indonesiana ha respinto l'appello di una donna condannata per aver registrato e diffuso conversazioni telefoniche con il suo capo, con l'intento di dimostrare le molestie a sfondo sessuale di lui. Lo riferisce la Bbc. Per la Corte Suprema dell'Indonesia la donna, Baiq Nuril Maknun, è colpevole di aver diffuso materiale «indecente» e resta quindi in carcere, cui è stata condannata per sei mesi.



Nuril si era lamentata di aver ricevuto telefonate oscene dal preside della scuola dove lavorava a Mataram, sull'isola di Lombok. Aveva registrato una di queste telefonate, registrazione che successivamente era circolata fra i dipendenti della scuola nonchè presentata ai responsabili delle autorità scolastica, oltre a diventare virale sui social media.

Il preside - che risulta avere perso il lavoro in seguito all'episodio - aveva denunciato la donna per aver diffuso le registrazioni delle loro conversazioni. La Corte Suprema a novembre l'aveva giudicata colpevole per «violazione di decenza», lo scorso giovedì ha respinto i suoi tentativi di ribaltare il verdetto affermando che non aveva presentato le prove necessarie. 

Il caso ha scatenato indignazione in Indonesia, con gruppi per i diritti delle donne che avvertono come il verdetto abbia inviato un messaggio preoccupante alle vittime di molestie sessuali. «Siamo preoccupati per l'impatto di questa decisione perché apre una porta ai perpetratori di violenza sessuale per criminalizzare le vittime», ha detto all'agenzia di stampa Reuters Ade Wahyudin, direttore esecutivo della Legal Aid Foundation for the Press.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Luglio 2019, 21:58
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