«Matrimoni da incubo, dall'inferno alle nozze gay»: i racconti della damigella d'onore a pagamento

Jen Glantz ha trasformato una sua naturale predisposizione in una professione molto richiesta e redditizia

«Matrimoni da incubo, dall'inferno alle nozze gay»: i racconti della damigella d'onore a pagamento

di Niccolò Dainelli

Il matrimonio della cugina si è trasformato nell'idea per un lavoro innovativo e pieno di imprevisti: la damigella d'onore a pagamento. È la storia di Jen Glantz che, da una normalissima cerimonia, ha trovato la fonte di ispirazione per il futuro (e di reddito). Una vocazione che è diventata un vero e proprio mestiere...

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Damigella a pagamento

Quando aveva 22 anni, Jen, è diventata la damigella d'onore di sua cugina. «Non lo ero mai stata», racconta. «E dopo la paura iniziale e qualche errorino, mia cugina mi ha ringraziato. Secondo lei sono stata la più brava».

Jen non ha dato peso a quelle parole - che pensava di circostanza -, ma da quel momento qualsiasi amico, parente o conoscente ha chiesto alla giovane di fare da damigella. «Perché proprio io? Mi chiedevo». Poi, una mia amica mi ha dato la risposta più semplice e sconvolgente di tutte: «Perché sei brava». Parole che sono rimbombate molto nella testa di Jen, fino a quando non è arrivata l'idea. «Perché non farlo anche per estranei? Mi avevano appena chiesto di farlo per un'amica di un amica che nemmeno conoscevo... il passo è stato breve».

Così, Jen ha iniziato con un annuncio online anonimo e in una notte la sua posta elettronica è stata intasata di richieste. Quasi 500 mail dopo 48 ore e a quel punto l'intuizione: «Posso farci un business». E così è diventato il suo lavoro.

 

I matrimoni da incubo

Jen Glantz in tanti anni di esperienza ha assistito a migliaia di matrimoni e a Newsweek ha raccontato le esperienze più strane in cui si è ritrovata. «Veri e propri incubi che, se avessi vissuto in prima persona mi avrebbero distrutto - racconta -. Episodi che hanno sicuramente rovinato il giorno più bello della vita dei protagonisti. Quello che mi è rimasto più impresso è sicuramente quello di Ashley. La sua migliore amica era gelosa e cercava di sabotare il suo matrimonio. Ashley, quindi, mi ha chiamato ma mancava solo un mese alla cerimonia... è stata una corsa contro il tempo, ma ce l'abbiamo fatta. I problemi sono sorti proprio al matrimonio. Le si è rotto il braccialetto e spesso i familiari hanno litigato tra loro. L'atmosfera era davvero un inferno e la povera Ashley non se lo meritava, era davvero affranta.

Ma non è l'unico».  

Matrimonio gay

«Qualche tempo dopo, mi è stato chiesto di essere una damigella d'onore professionale per due ragazzi che vivevano in Australia. Il matrimonio gay, ai tempi era illegale in Australia, quindi sono venuti in America per sposarsi. Non erano mai stati a New York prima e volevano sposarsi nel bel mezzo di Times Square. Così si sono affidati a me che vivo proprio qui. Ma ho sempre avuto il terrore che mi stessero prendendo in giro perché non li ho mai visti in videochiamata. All'appuntamento mi presentai chiedendo a un poliziotto se poteva starmi vicino, in caso di emergenza. Ma è stata solo una paura infondata, è stata un cerimonia molto simpatica e loro due erano adorabili».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 6 Aprile 2023, 11:49
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