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Non si ricorda un incidente simile. Attoniti per la reazione che, il giorno dopo, molti considerano «sproporzionata», in Marocco lo choc è grande anche perché su quell'imbarcazione di fortuna c'erano solo connazionali. Abituati al passaggio di subsahariani, i marocchini affrontano, per la prima volta sotto i riflettori, la verità che ben conoscono: si scappa anche dal loro paese. I quotidiani, per lo più di proprietà del re, restano divisi: la maggior parte pubblica la versione ufficiale dell'incidente, suffragata dal comunicato della prefettura di M'Ndiq: l'imbarcazione guidata da un cittadino spagnolo non si sarebbe fermata all'alt, intimato più volte dai militari. Di qui la sparatoria.
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Di fronte all'aumento dei flussi migratori, la Marina reale ha intensificato i controlli e serrato i ranghi: le autorità spiegano che il barcone «non era chiaramente visibile e riconoscibile», riferiscono che lo spagnolo che lo guidava è stato arrestato e che pende un'inchiesta per capire anche come mai avesse messo a disposizione il natante. La polizia controlla gli ingressi con barriere all'entrata delle città del Nord, da Tangeri a Tetouan, dove la costa spagnola è più facilmente raggiungibile e dove di notte, sulle spiagge dei turisti si affollano gli 'harragà, i giovani disposti a tutto pur di entrare in Europa.
Il viaggio può costare dai 3 mila agli 8 mila euro, a seconda delle difficoltà. Si parte con ogni mezzo, persino la moto d'acqua. Le imbarcazioni aspettano che il mare sia calmo e che il passaggio di petroliere, cargo e grandi navi da crociera crei una sorta di percorso ad ostacoli per rendere impossibile l'inseguimento. L'approdo sulla costa spagnola è riservato ai più fortunati, gli altri vengono catapultati in acqua, a qualche miglio dalla terra, anche se non sanno nuotare.
Gli organizzatori del tour della speranza mettono a disposizione le baracche dei pescatori sulle spiagge, per passare le notti fino a che arriva la condizione ideale per la partenza, ma con i soldi prendono anche i documenti e i telefonini.
In pochi rinunciano. E sono quelli che, rientrati a casa, raccontano il pericolo, il rischio, la fatica. Tutto inutile. Chi riesce a farcela, appena può posta sui social la sua testimonianza in forma di tutorial, per incoraggiare i «fratelli» a fare altrettanto. In questi giorni il Marocco ha rimpatriato 40 migranti irregolari dall'aeroporto di Tangeri e di Casablanca, verso Abidjan, in Costa d'Avorio, e ha avviato una collaborazione con le rappresentanze diplomatiche di numerosi paesi africani per riportare a casa i sans-papier.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Settembre 2018, 21:05
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