Mariupol, le foto dall'ospedale improvvisato nell'acciaieria: «Guardate cos'è l'inferno»

Le foto divulgate dagli amministratori di Mariupol fanno male agli occhi, ma il mondo ha bisogno di sapere cosa sta succedendo

Mariupol, le foto dall'ospedale improvvisato nell'acciaieria: «Guardate cos'è l'inferno»

Chi subisce la devastazione della guerra sa bene che chi ha la fortuna di starne fuori non è psichicamente in grado di figurarsi cosa significhi essere privati di ogni umano conforto nel giro di un'esplosione. Lo sanno molto bene anche gli amministratori delle città ucraine martellate dagli attacchi russi, quelli che hanno dovuto dire alla propria gente di lasciare tutto e fuggire, gli stessi che, cessati i bombardamenti, partecipano al recupero dei cadaveri.

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E che adesso non ci stanno a tenersi dentro i confini personali e geografici le immagini di ciò che fa la violenza a un essere umano. Senza timore di essere tacciati di mettere in piazza il raccapriccio, i consiglieri comunali di Mariupol hanno deciso di condividere le foto da dentro l'ospedale improvvisato nei cunicoli sotterranei dell'acciaieria Azovstal, dove vengono assistiti i combattenti feriti dell'ultima resistenza ucraina nella città ma anche i civili che si sono rifugiati sotto l'impianto siderurgico ritenuto inespugnabile ma dove le bombe anti bunker russe hanno provocato crolli e distruzione.

L'Ukrainska Pravda le ha pubblicate, le didascalie non servono. Quelle dell'ospedale dentro il ventre dell'acciaieria sono immagini che fanno male agli occhi prima che ai sentimenti. Ritraggono persone colpite da schegge e proiettili, con ferite aperte all'obiettivo, sangue. Che vengono sottoposte a interventi chirurgici in locali non sterili, freddi, con scarsa luce, su brande miserabili, materassini e lenzuola diventati stracci, in condizioni igieniche paurose.

I corpi afflosciati nel malessere, arti amputati, in due su un lettino senza spazio per respirare, le bende vecchie di giorni annodate alla meglio. In fila lungo un corridoio stretto affollato di giovani uomini scampati alla morte, un ragazzo ingessato guarda il cellulare come avrebbe fatto se fosse stato libero e sano. Una corsia d'emergenza da incubo, dove gli operatori sanitari fanno il possibile senza strumenti, medicinali, acqua potabile, un teatro dell'impotenza dentro l'attesa che qualcosa succeda.

Il personale sanitario non ha più nulla a disposizione per onorare la sua missione e il cibo manca pure per chi porta il camice bianco, ma non c'è altro da fare se non tentare di salvare vite. Quello che le foto non dicono è quell'odore di umidità che impregna i corridoi sotterranei mischiato al disinfettante, sentore di guanti di lattice intrisi di sangue, garze mai cambiate, miasmi di corpi non lavati.

È come se gli amministratori di Mariupol dicessero: guardate che cos'è l'inferno, non vi girate, sopportate con noi queste foto, aiutate questa gente a tornare alla luce. Il Municipio della città ha accompagnato le immagini con un appello sui social: «Ecco come appare l'ospedale di Azovstal. Foto terribili. Ma il mondo ha bisogno di sapere che cosa sta succedendo. Sono 24 ore su 24 sotto il fuoco dell'esercito russo. Continuamente. E non solo i militari. La maggior parte sono civili. Ci sono almeno 2.000 civili nello stabilimento metallurgico.

Donne, bambini e anziani. Molti feriti. In condizioni antigieniche, terribili. Senza farmaci. La situazione è catastrofica, mancano acqua potabile e cibo. Queste persone devono essere salvate immediatamente».

Ma chissà se la politica riuscirà a restituire dignità ai feriti ucraini che hanno accettato di mostrarsi nella peggiore delle condizioni pur di non restare in silenzio.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Aprile 2022, 08:34
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