Francia, la riforma delle pensioni è legge: non passa la sfiducia, Macron è salvo per 9 voti. Scontri e fiamme a Parigi

Per 9 voti il governo Borne e la presidenza di Emmanuel Macron sono salvi

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di Niccolò Dainelli

Il governo di Elisabeth Borne e il presidente francese Emmanuel Macron sono salvi. Per 9 voti la mozione di sfiducia, presentata dal partito indipendente Liot e votata da tutte le opposizioni, in merito alla riforma delle pensioni non è passata.

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I numeri

Per far cadere il governo sarebbe servita la maggioranza: 287 voti in favore della sfiducia, ma soltanto 278 parlamentari hanno votato per il sì. Nove voti che salvano la Borne e Macron e che danno il via alla riforma sulle pensioni che vedrà l'innalzamento dell'età minima di pensionamento, che passa da 62 a 64 anni. Un voto risultato decisivo non solo per il governo in carica, ma anche per il secondo mandato di Macron, che resterà all’Eliseo fino al 2027 ma che, in caso di sconfitta, sarebbe stato estremamente indebolito.

Cosa è successo

Con il contestato ricorso all’articolo 49.3 della Costituzione, giovedì 16 marzo, il governo aveva evitato il voto dell’Assemblea nazionale sulla riforma delle pensioni, ma si è esposto a due mozioni di censura. La prima, e più insidiosa, è stata bocciata. Se la mozione di censura avesse raggiunto la maggioranza dei voti dei deputati, la riforma delle pensioni sarebbe stata bocciata e il governo sarebbe caduto. 

 

La riforma è legge

La riforma sulle pensioni diventa ufficialmente legge. Ma tutto lascia pensare che le proteste, che si stanno svolgendo da giorni a Parigi e in tutta la Francianon si estingueranno facilmente, anzi. Una grande giornata di mobilitazione con scioperi e manifestazioni è già prevista per giovedì 23 marzo, oltre a disagi e blocchi previsti per tutta la settimana e oltre. Inoltre, il leader sindacale riformista Laurent Berger, della CFDT, chiede solennemente a Macron di non promulgare la legge, congelando di fatto la riforma come fecero nel 2006 il presidente Jacques Chirac e il suo premier Dominique de Villepin con il contratto di primo impiego. Altri, invece, si stanno attivando per organizzare un referendum di iniziativa popolare che abroghi la riforma, e poi c’è il sicuro ricorso al Consiglio costituzionale, presieduto dal socialista Laurent Fabius, che potrebbe respingere la legge in parte o nella sua totalità.

Fortemente voluta

La riforma delle pensioni era stata voluta e annunciata da Emmanuel Macron sin dalla sua prima campagna elettorale, quella del 2017. Allora il futuro presidente pensava a un sistema universale a punti, poi accantonato a causa della pandemia. Dopo la rielezione della primavera 2022, Macron ha di nuovo fatto della riforma la sua priorità, tornando a un sistema a ripartizione, ma passando da 62 a 64 anni di età. Adesso sarà da capire come reagiranno a questa notizia i francesi che da giorni, ormai, scendono in piazza per protestare.

Scontri a Parigi

Primi scontri nei pressi dell'Assemblée Nationale, il Parlamento francese, fra i manifestanti arrivati per protestare contro la mancata sfiducia al governo per soli 9 voti. Oggetti sono stati lanciati da parte dei manifestanti contro la polizia che aveva dato ordine di dispersione della manifestazione, non autorizzata. In risposta, diverse cariche e lancio di lacrimogeni. La situazione nella capitale francese si presenta molto tesa. La rabbia dei manifestanti è esplosa quando per mandare a casa il governo Borne sono mancati 9 voti, meno della metà di quelli che si pensava fosse il «margine di sicurezza» della maggioranza. Centinaia di studenti dell'università di Parigi 1 Pantheon-Sorbonne hanno votato per occupare la sede di Tolbiac.

Il sindacato studentesco L'Alternative ha contato nel pomeriggio una cinquantina di università e scuole mobilitate. Occupazioni anche Montpellier 3-Paul Vale'ry e blocchi a Lille 2, Parigi 8 e Saint-Etienne. All'ateneo di Bordeaux-Montaigne 300 studenti, riuniti in assemblea generale e hanno votato a grande maggioranza per rinnovare il blocco fino a domani.  

Manifestanti in marcia

Gruppi di manifestanti stanno affluendo, dopo il «salvataggio» del governo di Elisabeth Borne. All'altezza di Place Vauban, non lontano dalla zona di Palais Bourbon (l'Assemblée Nationale), alcuni cassonetti sono già stati dati alle fiamme. Le forze dell’ordine sono schierate da questa mattina fra Concorde e Champs-Elysées, che restano vietati agli assembramenti, e la zona di Invalides.

Giornalisti aggrediti dalla polizia

La tensione è sempre più alle stelle a Parigi dal pomeriggio di oggi, dopo la votazione per la mozione di sfiducia, sono iniziati i primi scontri tra manifestanti e polizia. Sui social network circolano video che ritraggono gli agenti con dotazione da anti sommossa che caricano e aggrediscono i giornalisti, inviati, sul luogo per raccontare quanto sta accadendo. Una scena che sta facendo discutere molto, alimentando polemiche e tensioni. Si preannuncia una notte infuocata a Parigi.  

Non solo a Parigi

Tensioni e disordini a Parigi, dove in alcuni punti la polizia ha caricato i manifestanti, e proteste spontanee in molte città della Francia. Lo riferiscono i media locali, dopo che il Parlamento ha bocciato le due mozioni di censura presentate contro il governo e la riforma delle pensioni è stata adottata, diventando legge. Manifestazioni spontanee si segnalano a Strasburgo, Lione, Tolosa e Lille, dove si registra il lancio di lacrimogeni da parte della polizia per disperdere la folla.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Marzo 2023, 20:43
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