Julen, parlano i soccorritori: «Epilogo triste, ma ce l'abbiamo messa tutta»

Video
Hanno incontrato tante difficoltà in quasi due settimane di duro lavoro, ma sono riusciti a superarle nonostante i numerosi contrattempi. Per salvare Julen Rosellò, però, non c'è stato nulla da fare: il bimbo di due anni caduto in un pozzo a Totalan (Malaga), infatti, è morto dopo poche ore, e dopo tanti sforzi i soccorritori sono riusciti solo a recuperare il corpicino senza vita. La tragedia segnerà a vita non solo gli sfortunatissimi genitori di Julen, José e Vicky, ma anche tutti i loro compaesani e i tanti uomini che, senza farsi vincere dalle difficoltà e dalla fatica, hanno fatto di tutto per raggiungere il piccolo.

Cane cade nel pozzo, lui muore per salvarlo: la tragedia a 60 km dal paese di Julen



A distanza di quasi tre giorni, ha parlato Nicolàs Rando, l'agente della Guardia Civil che ha recuperato il corpo di Julen: «Trovarlo senza vita è stata la cosa peggiore, un epilogo davvero triste che, in quel momento, ci ha reso furiosi. Ma noi sappiamo che ce l'abbiamo messa tutta». Parla a nome di tutti i colleghi, Nicolàs Rando, riportato anche da 20minutos.es: «Ci abbiamo messo tutta la forza e la determinazione possibili, volevamo recuperarlo e ci siamo riusciti. Lo dovevo non solo ai genitori di quel bambino, ma anche a mio figlio, che ha quattro anni e che ogni mattina mi chiedeva: "Papà, oggi andrai a salvare Julen?"».
 
 

Difficile trattenere le lacrime, in questi casi, anche se si è uomini forti, coraggiosi, ben addestrati e pronti a tutto. Nicolàs Rando, però, ha spiegato: «Sotto un certo punto di vista, i risultati dell'autopsia ci consolano, perché significa che Julen non ha sofferto troppo a lungo. Una volta che ho recuperato il corpo, sono crollato in lacrime, ma credo che si tratti di una reazione assolutamente umana».

Nicolàs e i suoi colleghi fanno parte del GREIM, un reparto operativo d'eccellenza della Guardia Civil, specializzato nei soccorsi in montagna: «Non c'eravamo solo noi, c'era il meglio di quello che la Spagna può offrire. Insieme a noi hanno lavorato ingegneri, speleologi e vigili del fuoco non solo specializzati, ma anche molto esperti. Purtroppo, abbiamo avuto diversi contrattempi, dalla rottura di alcuni strumenti di salvataggio alle pareti troppo rocciose in profondità. Ma di una cosa siamo certi: ce l'abbiamo messa tutta, non possiamo rimproverarci niente. Ora, dopo aver lavorato in condizioni davvero al limite, dobbiamo riposare tutti, poi torneremo a disposizione. Ma speriamo davvero che non accada di nuovo qualcosa di simile».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 28 Gennaio 2019, 23:03
© RIPRODUZIONE RISERVATA